EL CANYENGUE
Sabato 14 Aprile 2012 16:56
amministratore
Abbiamo voluto dedicare la copertina di questo numero al tango canyengue, un genere di cui si parla poco ma che si incontra nelle milonghe troppo spesso inconsapevolmente, mimetizzato tra un tango e un altro, senza che si sappia bene come ballarlo. Per questo abbiamo chiesto ai massimi esponenti del genere, Martha e Manolo, di spiegarci sinteticamente come funziona e cos’è il canyengue. Martha Anthón ha iniziato la sua carriera di ballerina in giovanissima età, frequentando l’accademia di danza classica del Teatro Colón di Buenos Aires diventando assistente del grande maestro Antonio Todaro, con cui insegna in tre delle sue accademie a Buenos Aires; ha partecipato come ballerina al film “Evita” di Alan Parker e insieme a Luis Grondona ha tenuto corsi di canyengue sul canale televisivo via satellite “Solo Tango”. Manuel Maria Salvador meglio conosciuto in tutto il mondo come “el gallego Manolo” per le sue origini spagnole, è un eccezionale ballerino ed insegnante, in particolare di una milonga dallo stile inconfondibile: a Buenos Aires infatti lo chiamano “el rey de la milonga”. Ha inoltre partecipato insieme a González ed Amira Campora a un cortometraggio sul tango prodotto dalla segreteria alla cultura tedesca e ha tenuto corsi di milonga sul canale televisivo via satellite “Solo Tango”.
Ultimo aggiornamento Sabato 14 Aprile 2012 17:13
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MURGA: LA VOCE DELLA PROTESTA
Uno degli aspetti più belli dell’attività giornalistica è la possibilità di conoscere mondi nuovi e di affrontare argomenti inaspettati. Volendo approfondire i costumi e la cultura argentini non necessariamente legati al tango mi sono ricordata di aver assistito in più di un’occasione, per le strade di Roma, all’esibizione di danze-comparse da parte di giovani che, truccati e vestiti con abiti sgargianti, a suon di fischi e tamburi sfilavano per le vie proponendo uno spettacolo insolito agli astanti: la Murga. La Murga è una forma di teatro di strada che coniuga musica, danza e recitazione con una forte connotazione satirica e parodistica. Questa forma d’arte si sviluppò in Uruguay agli inizi del ‘900 collegata al carnevale e agli schiavi neri, ma in Argentina acquisì uno status locale specifico: la Murga porteña è caratterizzata da suoni intensi e ritmi incalzanti, derivando dalla commistione di culture diverse (quella degli ex schiavi neri, il candombe afro-uruguayo e quella bandistica popolare europea).
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TANGO E TEATRO: CONNUBIO POSSIBILE?
Il primo bimestre del 2012 ha offerto due spettacoli teatrali di tango: “Tango Malambo” al Teatro Greco (17 gennaio) e “Momenti di Tango” al Teatro Italia (2-5 febbraio, i giorni della prima ondata di neve a Roma per capirci).
Senza nulla togliere alla bravura artistica e professionale dei ballerini che vi hanno preso parte, che non mettiamo in alcun modo in discussione, vorremmo sottolineare la spiacevole tendenza in atto che ci è sembrato di percepire: gli spettacoli di tango per il teatro si riducono a un susseguirsi di coreografie senza una soluzione di continuità, senza uno scopo preciso se non quello di “stupire” e “ammaliare” il pubblico generico del teatro con le acrobazie del tango escenario, piuttosto che rivolgersi al pubblico tanguero ormai assuefatto a simili esibizioni. Ne risulta dunque un’omologazione tra tutti gli spettacoli teatrali di tango, anche a livello musicale: non solo vengono presentati sempre gli stessi compositori - l’abusatissimo Piazzolla e Pugliese sulla strada dell’inflazione -, ma anche gli stessi brani degli stessi autori! Il tango da solo non basta, perché non stiamo parlando di un’esibizione in milonga ma di TEATRO,
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TANGO E… CINEMA!
Imponente e di qualità il concerto di Luis Bacalov all’Auditorium Parco della Musica, presentato il 26 febbraio nell’ambito della rassegna “Offerta Musicale” dall’Associazione Culturale Roma Sinfonietta che vanta un organico di ben 25 validissimi elementi, per lo più archi. Il risultato è stato un grande spettacolo di due ore, diviso in due parti: la prima dedicata alle colonne sonore non proprio tra le più famose di alcuni film: “Il Vangelo secondo Matteo” di Pier Paolo Pasolini (1964), “Le Juge” di Philippe Lefebvre (1984) e “La vittima designata” di Maurizio Lucidi (1971), musiche bellissime suonate magistralmente da tutti i componenti dell’orchestra diretti da Bacalov stesso. La seconda parte invece era dedicata interamente al tango, in cui il compositore e pianista argentino è diventato il vero protagonista, insieme a Gianni Iorio al bandoneón. I brani tangueri sono stati presentati e introdotti da un Bacalov molto ironico e simpatico, introduzione necessaria dato il pubblico composito: “Piazzolla è stato - e credo che questa etichetta sia giusta - ‘nuovo tango’, perché ha fatto una rivoluzione copernicana: c’è un prima e un dopo Piazzolla, anche perché dopo di lui non ho ancora visto nulla di interessante”, ha esordito il Maestro.
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L’ULTIMA TANDA racconto tratto dalla raccolta “Al petiso le gustaba Tanturi” di Angel Mario Herreros
Salì lentamente i trentatré scalini di marmo consumato contandoli mentalmente come ogni volta che arrivava alla tradizionale matinée… “Manie da vecchia”, pensò divertita, anche se l’immagine che le restituiva lo specchio della hall d’entrata, davanti a cui sostò brevemente per mettere al suo posto un ricciolo ribelle, era quella di una cinquantenne ancora in forma, con un volto piacevole (non bello) ed espressione intelligente. Il risultato dell’ispezione visiva fu un “approvato”, nulla di più…
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