Il primo incontro con Carlos e Maria è avvenuto nella nostra prima incursione a Buenos Aires, nel 2009. In quel periodo abbiamo avuto modo di girare le milonghe più importanti della città, specialmente in zona Villa Urquiza, incontrando i due artisti più volte e notandone il portamento e la grazia distribuiti in pochi, semplici passi. Da quando abbiamo fondato la nostra rivista un anno dopo, il tarlo di riuscire prima o poi a intervistarli mi attanagliava. Abbiamo quindi chiesto ai nostri corrispondenti da Buenos Aires di contattarli, e il caso ha voluto che proprio a novembre sarebbero venuti a Roma: valeva la pena aspettarli e intervistarli di persona. Chi sono Carlos e Maria Rivarola? Difficile non conoscere questi due straordinari ballerini di fama internazionale, ma invece di fornire ulteriori notizie biografiche reperibili tranquillamente sul loro sito preferisco commentare la loro esibizione al Giardino del Tango del 10 novembre: una serie di passi e figure apparentemente semplici ma che celano una grande tecnica e un forte senso dell’equilibrio, oltre a un’invidiabile eleganza. Bis originale e gradito una Chacarera, in cui la coppia non ha perso il proprio aplomb. Li abbiamo così intervistati chiedendo le loro opinioni sul mondo del tango oggi. Un ringraziamento ai nostri corrispondenti G.M.G.
Perché avete iniziato a ballare il tango? Cosa vi ha motivato?
Carlos: In realtà non lo so, perché ballo da quando avevo 6-7 anni con il folklore. La mia maestra di folklore era una ballerina professionista, quindi quando ero un po’ più grande, a 10-12 anni, ho iniziato a studiare anche tango. Ho sempre ballato, per me è una cosa naturale, non è che mi sono mai messo a pensarci o a programmarlo. La mia vita è stata così, con il ballo. A 17 anni ho iniziato a lavorare ballando. Avevo iniziato a studiare all’università, ma al secondo anno ho abbandonato perché ero troppo impegnato e dovevo dedicare molto tempo al ballo per lavorare. Ho studiato danza classica, ma per la tecnica e non per il balletto.
Maria: Anch’io ho iniziato a ballare da piccola balletto e ho lavorato molto con il flamenco. Quando ho conosciuto Carlos ho iniziato a ballare il tango con lui, abbandonando il flamenco e iniziando la mia carriera con il tango.
Voi figuravate nell’elenco originale dello spettacolo Tango Argentino, con il quale il tango-danza ha conquistato il mondo. Com’è cambiato il mondo del Tango dopo quello spettacolo?
C.: Il mondo del tango non è cambiato, ma è RINATO con lo spettacolo Tango Argentino, perché il mondo l’aveva dimenticato. In Europa il tango era conosciuto negli anni ‘20-‘40, poi è stato dimenticato, anche in Argentina. Con questo spettacolo il tango è nato nuovamente. Oggi c’è una nuova generazione di ballerini che hanno impresso al tango uno stile differente, e la donna ha molta più influenza perché ci sono molte ballerine con una base di danza moderna e classica che hanno imposto al ballo questa formazione, che ha una cadenza diversa dal tango degli anni ‘40, l’interpretazione è diversa mentre i passi sono più o meno gli stessi del tango salón.
In base alla vostra esperienza, com’è il mondo del Tango oggi (virtù e difetti)?
M.: Secondo me la virtù sta nel fatto che il tango si è espanso per il mondo intero, ovunque vai ci sono milonghe e si pratica tango con passione, vedo molta passione nella gente che balla. Chi lo conosce non lo può lasciare! La milonga è un luogo dove la gente si riunisce e non discrimina: si incontrano vecchi, giovani, grassi, magri…tutte le persone che vanno a ballare sono integrate, e questa cosa non succede in nessun altro genere (dove i giovani vanno con i giovani e i vecchi con i vecchi): qui siamo tutti uniti. Difetti invece non ne vedo molti: il tango è una cosa unica, straordinaria.
C.: Vorrei aggiungere un difetto che trovo: la mancanza di rispetto, perché la gente si scalcia ballando. Nel tango tradizionale era una cosa impossibile da pensare, la mancanza di rispetto per le persone e anche per la donna che è sempre quella che viene presa. Perché? Devi sfruttare il ballo, passarla bene, mentre io ho paura di un ballerino che scalcia. Non bisogna avere paura, ma bisogna avere rispetto per l’altro.
Quali sono i difetti principali dei ballerini di oggi?
C.: Nel tango da spettacolo, l’artista deve fare quello che sente, male o bene ma quello che sente. Questione di gusti: alcuni mi piacciono altri no. Nella pista c’è gente che balla più o meno bene, ma il difetto è che è cambiata la forma di interpretare la musica, l’interpretazione è in generale molto ritmica, mentre nel tango c’è la cadenza della PAUSA, che la differenzia dai balli ritmici come il valzer, la polka, la mazurka…Oggi si sente la tendenza a ballare molto il ritmo. La cosa buona invece sono i giovani che ballano, e questo credo che dia vitalità al tango. Un’altra cosa meravigliosa è che i giovani non rifiutano la gente più grande, a loro piace ballarci insieme. A Buenos Aires si vedono ragazze ballare con uomini di 70 anni e viceversa, c’è una mescolanza che fa bene al tango e alla gente: questo succede solo nel tango!
Perché siete venuti in Italia?
M.: In realtà non era programmato. Dovendo partecipare in questi giorni al Festival di Londra abbiamo deciso di venire prima in Europa per passare da Roma, per l’esibizione e lo stage ma anche perché ci piace molto. Amiamo l’Italia!
Prossimi progetti?
M.: Dopo il Festival di Londra andremo a S. Pietroburgo per un workshop, per poi tornare a Buenos Aires a fine anno. L’anno prossimo faremo altre date: a marzo in Giappone e a ottobre nel Mediterraneo.
Maria, è vero che il bel vestito che hai indossato durante l’esibizione l’hai fatto tu?
Sì, faccio io stessa i miei vestiti con ago e filo perché mi piace disegnare, e la moda è una mia passione da sempre!
Claudia Galati