IL TANGO VISTO DALL’ALTO
Era il 7 ottobre 2011 quando li abbiamo visti esibirsi per la prima volta; l’occasione era l’inaugurazione della milonga Tango Negro. Ad un certo punto sono apparsi due “giganti”: Antonello Casalini e Paola Resurreccion, che dall’alto dei loro trampoli hanno iniziato a ballare uno, due tanghi. Pura tecnica e pura poesia. Siamo rimasti tutti sorpresi e incantati, constatando che non esistesse nulla di simile nel panorama italiano (non solo tanguero), tanto che appena pochi mesi dopo questi due artisti hanno vinto il MArteAward Sezione Circo, nell’ambito dell’evento organizzato da MArteLive per premiare gli artisti che in tutta Italia si sono distinti per aver favorito e promosso nuove produzioni culturali. Il nome d’arte di questo duo sui generis è Tango Zancos, nome che include entrambe le peculiarità di questa forma d’arte: tango e trampoli (zancos in spagnolo). Abbiamo quindi intervistato Antonello e Paola per approfondire il loro progetto.
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MURGA: LA VOCE DELLA PROTESTA
Uno degli aspetti più belli dell’attività giornalistica è la possibilità di conoscere mondi nuovi e di affrontare argomenti inaspettati. Volendo approfondire i costumi e la cultura argentini non necessariamente legati al tango mi sono ricordata di aver assistito in più di un’occasione, per le strade di Roma, all’esibizione di danze-comparse da parte di giovani che, truccati e vestiti con abiti sgargianti, a suon di fischi e tamburi sfilavano per le vie proponendo uno spettacolo insolito agli astanti: la Murga. La Murga è una forma di teatro di strada che coniuga musica, danza e recitazione con una forte connotazione satirica e parodistica. Questa forma d’arte si sviluppò in Uruguay agli inizi del ‘900 collegata al carnevale e agli schiavi neri, ma in Argentina acquisì uno status locale specifico: la Murga porteña è caratterizzata da suoni intensi e ritmi incalzanti, derivando dalla commistione di culture diverse (quella degli ex schiavi neri, il candombe afro-uruguayo e quella bandistica popolare europea).
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MEZZOGIORNO DI TANGO
Siamo abituati a pensare al tango come a un ballo notturno. Corsi e milonghe infatti si svolgono in orari serali, nelle ore tardo-pomeridiane in taluni casi. C’è chi invece a Buenos Aires ha fatto dell’insegnamento diurno, “del mezzogiorno e del matinée” per esattezza, una marca distintiva esclusiva e originale: i precursori Diego Alvaro e Zoraida Fontclara. La coppia (anche nella vita) di maestri e ballerini, fondatori dell’organizzazione El Abrazo Tango Club e creatori della milonga del mediodia presso la Confitería Ideal, una delle milonghe più famose della Capital Federal, in attesa di tornare a Roma tra qualche mese si racconta nella nostra intervista senza tralasciare le origini di quella che è la loro pioneristica e singolare avventura, grazie alla quale si è venuto a creare un nuovo spazio per l’insegnamento e il ballo nell’orario atipico del mezzogiorno e la matinée, oggi esistono classi e milonghe pomeridiane e la Confitería Ideal viene considerata un referente fondamentale per il tango cittadino e per i turisti. Ringraziamo i nostri collaboratori G. M G. per l’aiuto nella traduzione.
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GARDEL SI PUÒ BALLARE!
Carlos Gardel: un mito della storia del tango. Chi può dire di non aver mai ballato sulle note di Por una cabeza? A Roma c’è un musicista solista che ha deciso di fare concerti esclusivamente con il repertorio del famoso cantor: Stefano Petucco. Chitarrista, polistrumentista e compositore, approfondisce la conoscenza del jazz e di diversi generi musicali tra cui il tango, fondatore del gruppo Amargura, attualmente insegna alla scuola di musica MMB Studios e si esibisce in concerto nelle milonghe romane e laziali. Conosciamolo meglio. E sfatiamo il pregiudizio che Gardel non si balla! La tua è una formazione musicale tout court: perché hai incluso anche il tango nei tuoi orizzonti? Ho scoperto il tango più di 15 anni fa perché il mio compagno di banco del liceo era argentino. Quando è tornato in Argentina mi ha invitato ad andarlo a trovare, riempiendomi la testa con il tango! Sono andato nel 2001 e già suonecchiavo un po’ Piazzolla, poi è avvenuto l’innamoramento di Gardel e Goyeneche e ho iniziato a studiare più seriamente il tango classico e soprattutto Gardel perché per me è il massimo. L’anno scorso sono tornato in Argentina e ho fatto due concerti: uno a La Plata e un altro nel quartiere Palermo di Buenos Aires. Quindi mi sono avvicinato al tango per la conoscenza diretta di persone di lì.
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UNO SGUARDO SU PORDENONE…
Il tango, o più precisamente lo stile “milonguero”, in quel di Pordenone si declina nel nome: “El Abrazo Cerrado”, l’Associazione Culturale fondata da Isena Person per inserire nel territorio friulano il “vero” tango argentino come lo definisce lei, ossia quello Estilo Milonguero (il tango ballato senza pivot, per intenderci). Di lei dice: “Tenace, non mollo”. Carlo ha incontrato la simpatica, spigliata e intraprendente organizzatrice di Pordenone il 2 dicembre 2011 al seguito dei Los Guardiola che hanno portato qui il loro spettacolo, offrendoci uno sguardo sulla realtà tanguera di un luogo così distante da Roma.
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