Lo spettacolo dell’Ensemble Flamentango Project al Teatro Greco
Titolo emblematico quanto intrigante quello dato dall’Ensemble Flamentango Project al loro ultimo spettacolo, andato in scena a Roma al Teatro Greco il 5 luglio 2013 in occasione della rassegna “Pantheos. Arti, cultura, civiltà”, realizzata con il sostegno di Roma Capitale e Regione Lazio- Assessorato alla Cultura, Arte e Sport.
L’enigma è presto svelato nella descrizione dello spettacolo: esso racconta “due storie diverse, due arti, due emozioni vissute con uguale passione e amore: il numero 8 è il nucleo, il cuore del tango, il passo fondamentale della donna; il numero 12 è il ritmo del flamenco, la scansione del tempo, la forza impetuosa e romantica allo stesso tempo, la voglia di esprimere intensamente il proprio essere in vita.”
Il gruppo intende dunque accostare i due generi musicali del flamenco e del tango in un’unica operazione, unendo il ritmo allegro e trascinante del primo con quello più malinconico e raccolto del secondo, generando un amalgama dal sapore fortemente ispanico e altamente ritmico: ne sono la prova più lampante la presenza della batteria e delle percussioni.
Nato nel 2012, Flamentango Project ospita artisti di alto livello di diversa formazione e provenienza, proponendo musiche di Lucio Pozone, Massimo De Lorenzi, Astor Piazzolla, Richard Galliano, Chick Corea, spaziando dalla cultura flamenca a quella sudamericana, passando attraverso la canzone napoletana, il jazz americano arricchito con un “pizzico” di Messico, il blues e la passione del tango argentino.
Al Greco era presente la sola danzatrice di flamenco Cristina Benitez e non ballerini di tango, come invece in altre occasioni, e la formazione ridotta a 4 componenti: Lucio Pozone (chitarra flamenco), Massimo De Lorenzi (chitarra), Alessandra D’Andrea (flauto), Davide Sampaolo (percussioni).
Il grosso della rappresentazione è stato un arrangiamento generale flamencheggiante, non certo di tango tradizionale o ballabile: ne è stato un esempio “Libertango” eseguita alla “Esqualo”, velocissima, molto ritmica. Ad impreziosire il concerto, le impressionanti performance della ballerina di flamenco Cristina Benitez, che su una pedana di pochissimi metri quadri ha dato anima e corpo alla sua danza, senza perdere mai il sorriso nonostante la fatica: indelebile il pezzo in cui con un bastone in mano e un impressionante senso del ritmo dà vita a un forsennato gioco di tacco-punta-bastone, producendo suono con il solo battere ritmico dei piedi (ciò che in gergo musicale si definisce “trillo”, e che lei ha eseguito con i piedi anziché con le dita delle mani!). Grazie anche alla straordinaria Cristina, ne è risultato un concerto godibile e amabilissimo.
Claudia Galati