Archivi categoria: da Buenos Aires

RITRATTO DI UNA MILONGUERA: VILMA HEREDIA

Vilma Heredia
Vilma Heredia

Abbiamo voluto dedicare questo numero di Tango In Roma allo stile “vecchio milonguero”, proponendo ai lettori interviste ad alcuni rappresentanti di questa categoria. I nostri corrispondenti da Buenos Aires hanno perciò intervistato Vilma Heredia, milonguera di quella generazione che ha imparato a ballare il tango semplicemente osservando gli altri, tra le più famose nella Capital Federal anche per il suo programma radio e per i premi che ogni anno attribuisce ai ballerini.
Quando hai iniziato a ballare il tango?
Iniziai quando avevo 12 anni. Mio fratello era milonguero e poeta, e praticava con me nel cortile di casa nostra i passi che lui e il suo amico Tavo inventavano. Mi “marcavano” e se io potevo seguirli voleva dire che le ragazze della milonga con cui loro ballavano di sicuro li avrebbero seguiti.
All’epoca le donne studiavano tango?

Io sono la minore di cinque fratelli. Le mie due sorelle maggiori andavano alla milonga e non ho mai sentito che andassero in alcuna scuola a studiare. A quell’epoca si imparava guardando. Si andava alla milonga e guardando quelli che sapevano ballare bene così si imparava. Oppure potevi imparare a casa con tuo padre o con qualche zio che ti faceva praticare. Continua la lettura di RITRATTO DI UNA MILONGUERA: VILMA HEREDIA

Por Favor

Julio y Elsa Dupláa
Julio y Elsa Dupláa

C’è una frase di “un certo Gavito” che è più attuale che mai in questo 2010; dice così: ” Gli alunni sono: principianti, avanzati, Maestri, i più arroganti Professori” (e così ci va), e attenzione che non mi vengano ad accusare di essere un vecchio intollerante… non vedete che le piste si trasformano in pericolose esperienze? Ti rompono una caviglia, ti strappano il pantalone, in un voleo ti danno un colpo al gomito o ti rompono un dito della MANO, non esagero. Sono del tempo in cui se nella pista uno tirava un gancho gli lanciavano monetine… e ora nessuno ti chiede “scusa”, fanno passi “belli” (violenti), camminano come oche e credono di ballare nello stadio olimpico per lo spazio di cui necessitano per muoversi. E sì, questo è quello che c’è, però non è così; noi vecchi maestri con più di 50 anni di milonga dovremmo fare una “dichiarazione” e dire: sappiamo che ballare semplicemente al piso (a terra, n.d.r.) è MOLTO DIFFICILE, ma provare non costa nulla. Continua la lettura di Por Favor

Sua Podesta’, Alberto

Alberto Podestá y Julio Dupláa
Alberto Podestá y Julio Dupláa

Il nostro corrispondente da Buenos Aires Julio Dupláa ha voluto rendere omaggio ad Alejandro Washington Alé, in arte Alberto Podestá, suo amico e cantor d’eccellenza, in occasione del suo 86esimo compleanno (festeggiato il 22 settembre scorso) con un’intervista, che vi proponiamo in attesa di rivederlo in concerto a Roma…

Hai iniziato a cantare a 15 anni. A quella età la voce di un ragazzo è ancora in evoluzione. Come hai capito che la tua voce era quella giusta e che cantare sarebbe diventato il tuo mestiere?

Io sono arrivato fino al sesto grado (l’equivalente della nostra I media, n.d.r.): con difficoltà, ma ci arrivai. Come molti ragazzi della mia epoca iniziai a cantare a scuola, e anche in un programma radio che faceva una maestra nel mio paese a San Juan. Il programma si chiamava “Rayito de Sol” (raggetto di sole, n.d.r.), ed era dedicato al pubblico infantile.
Ogni alunno doveva interpretare una canzone in voga, e siccome io ero ammiratore di Gardel cantavo pezzi del repertorio del Zorzal. Da lì viene il soprannome che mi davano da ragazzo: “Gardelito”. Continua la lettura di Sua Podesta’, Alberto

Precisazione di Tito Palumbo

Tito Palumbo
Tito Palumbo

In relazione all’intervista su Tango In Roma Nº 0, ho modificato la mia opinione su un punto: alla domanda “Cosa pensa dei Campionati Mondiali di Tango?” ho risposto “[…] d) genererebbero una corrente turistica addizionale verso questa città. Quanto alla dichiarazione dell’Unesco, mi rimetto al  mio recente articolo “Patrimonio Cultural Inmaterial”, pubblicato nell’edizione N° 201 della rivista, novembre 2009, pagina 3.”

“Parto dall’idea che il tango vive nella nostra città 365 giorni l’anno e che il mese di Agosto ha sempre avuto un flusso di turisti provenienti dall’emisfero Nord, dove è estate e periodo di vacanza.
Il governo della città ha cavalcato quest’onda di visitatori  per offrire questi eventi (1).
(1) Devo ricordare che il Iº Campionato Mondiale di Ballo si tenne nel mese di Marzo del 2003, e venne cambiato con il mese di Agosto negli anni seguenti. I Festival “Buenos Aires Tango” si fecero nel mese di Dicembre i primi due; a Febbraio e Marzo dal 2001 al 2007 compreso; e ad Agosto solo negli ultimi tre anni. Si nota un chiaro opportunismo politico orientato al commercio turistico rispetto al quale il fenomeno culturale Tango è un mezzo di cui si servono per trarne beneficio.”

Tito Palumbo
(direttore di B.A.Tango)

Julio Dupláa e lo stile Villa Urquiza

Julio y Elsa Dupláa
Julio y Elsa Dupláa

Il Sin Rumbo fu fondato nel 1919 da alcuni ragazzi del barrio di Villa Urquiza che volevano creare un club.
La storia racconta che questo gruppo di giovani ando’ all’Ippodromo, concordando che se avessero vinto avrebbero comprato un terreno su cui edificare il club. Il cavallo su cui puntarono e che vinse si chiamava appunto ‘Sin Rumbo’ (Senza direzione, n.d.r.).
All’inizio della decade del ‘20 il tango era cresciuto con molta forza a Buenos Aires, e in Villa Urquiza si andava definendo un proprio stile di ballo che generò la nascita di famosissime coppie di tango. Continua la lettura di Julio Dupláa e lo stile Villa Urquiza