Como y cuando empezaste a bailar el tango?
Mirá, era muy chiquito. Tenía 9 años y me caí de un colectivo y las ruedas me mordieron las pienas, estaba lastimado; entonces me gustaba ir a jugar al futbol, y el médico me dijo que no, “futbol no, si querés andá a practicar folclore”. Y en mi barrio no había ningún club que se practicara folclore y como era nuevo y no conocía me dijo “mirá, aca a la vuelta, a tres cuadras hay un club que se llama Sin Rumbo por ahí” y no; se practicaba Tango en el Sin Rumbo. Y yo era medio pata dura, viste, como todos los que empiezan a bailar, y las pibas me rajaban, se escapaban porque? ellas querian bailar con los que bailaban mejor. Siempre es así, las minas siempre quieren bailar con los que bailan mejor aunque ellas no estén a ese nivel. Y resulta que, había una señora que me decía “nene, vení a bailar conmigo” y yo bailaba, para mi era La Carmen, vecina, viste. No sabía que Carmen era; cuando tenía 17 años tomé conciencia de quién era: Carmencita Calderón la compañera del Cachafaz.
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MARISA DE BUENOS AIRES
Nata nel super-popolare barrio Once (lo stesso dei Los Hermanos Macana), Marisa Filgueira è una delle voci femminili più intense ed espressive del panorama di tango. A fine marzo-inizio aprile scorsi ha tenuto varie date a Roma, esibendosi in tutte le milonghe popolari (a cominciare dal Cafetìn de Roma, che ne detiene l’esclusiva per legami familiari), al Caffè Emporio e alla Casa Argentina in occasione dei festeggiamenti dei 24 anni della fine della dittatura di Videla. Due settimane di tour de force, accompagnata dal gruppo nostrano dei Fou Rire (composto dalle chitarre di Francisco Dri e Lorenzo Bucci), di cui Francisco è il genero. In esclusiva per Tango In Roma abbiamo intervistato la cantante e abbiamo rivolto qualche domanda al gruppo.
Ringraziamo Francisco e Yamila per l’aiuto nella traduzione.
Raccontaci la tua storia e quando e come nasce la tua passione per il tango cantato. Continua la lettura di MARISA DE BUENOS AIRES
CHE PRATICA!
Martedì 15 marzo 2011 abbiamo assistito alla “Pratica di S. Pancrazio”, tenuta da Paola Palaia e Marco Evola. In quella occasione c’era un ospite speciale: Joaquin Amenabar, docente di bandoneón e tango tradizionale al Conservatorio di Buenos Aires. Amenabar, seduto su una sedia al centro della sala e illuminato da un’unica luce blu, ha suonato da solo con il suo bandoneón un tango su cui i due maestri hanno riassunto i temi della lezione, e subito dopo ha suonato un’intera tanda su cui tutti hanno potuto ballare in un’atmosfera come magica, sospesa.
Che emozione ascoltare le note di alcuni dei più celebri tanghi dal vivo, e tramite un solo strumento musicale!, peraltro suonato sapientemente dal bravissimo Maestro. E neanche l’acquazzone in cui ci siamo imbattuti (in motorino) all’uscita è riuscito ad offuscare le sensazioni che questa esperienza ci ha lasciato…
C.G.
TANGO TINTO
Il 12 febbraio scorso si sono esibiti a Roma, per la prima volta dopo anni, alla Milonga della Stazione, i Tango Tinto. Ensemble di artisti italiani e argentini famosi sulla scena europea e apprezzati da pubblico e critica, due cd all’attivo – di cui l’ultimo, “Éxtasis” del 2009, è un’imperdibile summa del loro stile particolare e del loro talento – , l’orchestra è solitamente composta da un quartetto, più il cantante Rubén Peloni (assente in questa occasione): Gerardo Agnese al bandoneón, Bárbara Varassi Pega al pianoforte, Virgilio Monti al contrabbasso e Vincenzo Albini al violino.
I Tango Tinto hanno deliziato e fatto ballare anche il pubblico romano grazie al loro stile caratteristico: i classici della tradizione tanguera rinnovati nell’arrangiamento raffinato e nel suono non banale, che permette loro di evolvere pur rimanendo gli stessi e di conservare contemporaneamente la ballabilità, affidata più che mai all’interpretazione personale di ciascun ballerino. Non potevamo quindi farci scappare un’intervista corale nel dopo concerto, che ha rivelato che il gruppo oltre ad essere molto preparato è anche composto da ragazzi molto simpatici e semplici, che amano il proprio lavoro e contribuiscono alla continuazione e alla diffusione del tango.
Come nascono i Tango Tinto? Continua la lettura di TANGO TINTO
TRIO DE LA SOMBRA
Il Trio de la Sombra “è un progetto musicale che nasce dal prologo scritto da J. L. Borges al suo Elogio de la sombra, in cui descrive la sua estetica, affermando che un’estetica non ce l’ha. È così anche per questo gruppo. Le provenienze molto eterogenee dei componenti mi portano ad arrangiare e comporre sfiorando la milonga, il candombe, il jazz, la classica-contemporanea, il rock e io stesso non so cos’altro. Si raggiunge di volta in volta un ‘luogo musicale’ diverso al quale non teniamo così tanto a dare un nome, ma dove sicuramente ritroviamo delle persone che ballano…”
Sono parole di Vincenzo De Filippo, compositore e arrangiatore delle musiche del Trio de la Sombra, che descrivono l’essenza del giovane e talentuoso gruppo della realtà romana di tango, caratterizzato da un suono alternativo e raffinato, ispirato dal jazz. Il loro ultimo cd, “TradiNuevo” del 2010, perla del panorama musicale tanguero contemporaneo, già dal titolo riassume la fusione che il gruppo opera tra i vari stili del tango al fine di creare uno scenario inedito. Noi di Tango In Roma abbiamo incontrato il gruppo al Querer il 20 gennaio scorso in occasione del loro concerto, e abbiamo posto a De Filippo qualche domanda di approfondimento.
Presentatevi e raccontateci la vostra storia. Continua la lettura di TRIO DE LA SOMBRA