“The Phantom of the Opera” di Sir Andrew Lloyd Webber, uno degli spettacoli musicali più conosciuti a livello globale, le cui musiche sono entrate a far parte a tutti gli effetti della storia, spegne quest’anno 37 candeline.
La storia di Erik – il misterioso “fantasma” mascherato che trova la propria musa ispiratrice nella giovane e ingenua soprano Christine Daaé, nascondendosi nei sotterranei dell’Opéra Garnier di Parigi e seminando il panico tra gli addetti ai lavori – che emoziona gli spettatori dal 1986, “ha bisogno di una nuova vita”, citando le parole del registaFederico Bellone. Grazie al talento di quest’ultimo e alla prima produzione italiana del Phantom della neonata società Brodway Italia, in lingua inglese, con orchestra dal vivo e avvalendosi di un cast internazionale di prim’ordine, il rinnovamento auspicato è stato possibile. Di più: quest’ultima versione fa rientrare l’opera a pieno titolo in quella categoria di rappresentazioni che non solo fanno apprezzare la bellezza dei musical, ma rinnovano l’amore incondizionato per il Teatro. Quell’amore sopito, ma mai dimenticato.
Il richiamo principale, oltre all’anteprima mondiale dello spettacolo-evento proprio in Italia dal 4 al 16 luglio 2023 al Politeama Rossetti di Trieste – Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, è l’eccezionale partecipazione di Ramin Karimloo nel ruolo principale, già ricoperto più volte e con maggior visibilità in occasione del 25° anniversario dello show che è stato trasmesso sui canali social durante il lockdown del 2020.
Cosa aspettarsi dalla combinazione di tutti questi elementi, che hanno attirato il pubblico da ogni parte del mondo? Dimenticate le immagini e i fasti della Royal Albert Hall (impressi nella mente di tutti) e delle altre grandi produzioni all’estero: una volta spente le luci in sala, è subito meraviglia. La nuova messinscena ammanta lo spettatore di uno stupore fanciullesco lasciando letteralmente a bocca aperta, ricreando lo stesso entusiasmo di un bambino nel paese dei balocchi.
Al pari del Fantasma che incanta con la sua voce e con i suoi trucchi ed espedienti, lo spettatore subisce la stessa fascinazione dal meccanismo della macchina scenica teatrale adoperata. Il fulcro della rappresentazione è infatti il palco girevole, che cala letteralmente perfino il deus ex-machina di memoria classica, unito ad effetti speciali di grande impatto visivo (l’iconico lampadario non mancherà di stupire…).
La scena è più raccolta e viene utilizzata centimetro per centimetro; una scena viva, impegnativa per gli artisti, niente affatto statica.
Un impianto teatrale complesso, moderno, immersivo in ogni angolo della sala (platea compresa), che si avvale dell’ausilio della struttura e della splendida cupola del Rossetti stesso, coinvolgendo e avvolgendo il pubblico e catapultandolo sul palcoscenico attraverso i cambi a vista, con l’on stage e il dietro le quinte che si fondono e si alternano continuamente, rendendo anche i personaggi più realistici e verosimili. Lo spettatore si addentra come in un vortice sui tetti, nei sotterranei, nelle viscere dell’Opera Garnier: vero e proprio metateatro.
Strizzando l’occhio all’impostazione dei drammi per musica del ‘600-‘700 italiano (perfino Masquerade assume l’aspetto di un ballo carnevalesco veneziano) il navigato Bellone, grazie a un’evidente passione per il Phantom e a uno studio approfondito del testo, è riuscito nel non facile intento di rimanere fedele alla produzione originale di Cameron Mackintosh e al contempo di restituire in buona parte l’atmosfera gotica – anche nella scenografia e nei fondali dipinti – dell’omonimo romanzo di Gaston Leroux cui l’opera è ispirata, recuperando e valorizzando maggiormente le doti e i tratti caratteristici della figura del Fantasma: oltre all’incredibile voce, anche la maestria nelle arti dell’illusionismo e della prestidigitazione.
La musica dal vivo di un’orchestra defilata – e forse troppo poco valorizzata – ci conduce per due ore e mezza (che passano così in fretta!) tra le indimenticabili e amate melodie, accompagnando gli straordinari cantanti provenienti dal panorama musicale internazionale: i ruoli principali sono affidati ai talentuosi Amelia Milo (Christine Daaé), Bradley Jaden (Raoul, iVisconte di Chagny), Earl Carpenter (Monsieur André), Ian Mowat (Monsieur Firmin), Anna Corvino (Carlotta Giudicelli), Gian Luca Pasolini (Ubaldo Piangi), Alice Mistroni (Madame Giry) e Zoe Nochi (Meg Giry).
Le abilità vocali degli interpreti ben si adattano alla caratterizzazione dei rispettivi personaggi, attualizzati poiché mostrati più umani e fragili, meno “ingessati”. Ciò risulta evidente soprattutto per il protagonista, tra l‘altro più “visibile”, attivo e presente in maniera tangibile in scena: l’ineguagliabile Ramin Karimloo, dotato di una notevole espressività timbrica e interpretativa, fa ancora una volta suo il personaggio evidenziando le molte sfaccettature psicologiche di un Fantasma riflessivo, provato, stanco, rassegnato.
Non sveleremo troppi dettagli, rovinando così la sorpresa a chi ancora non è riuscito ad assistere, o meglio, a prendere parte a questa imperdibile storia raccontata in maniera strabiliante, coinvolgente e a tratti toccante.
È la magia del Teatro, che non permetterà mai che finisca The Music of the Night.
Claudia Galati