“Sono circa le 19 di sabato 26 novembre 2016. Ho perso il treno per un soffio, e già di sabato le corse sono ridotte, figuriamoci sulla Roma-Lido: prossima partenza 19.30, recita il tabellone. Per ingannare l’attesa vago come un’anima in pena per la stazione, cercando di riscaldarmi con il movimento. Uno sguardo al cellulare, un sms per avvisare del ritardo e il cappello ben calato sulla testa. Ad un certo punto sento una musica come in lontananza: non proviene dagli altoparlanti sparsi lungo i binari, né dalla suoneria di qualcuno. Seguo la direzione delle note, che conducono all’ingresso della stazione davanti a Piramide. Man mano che mi avvicino mi sembra di riconoscere un tango, seguito da applausi scroscianti. Arrivata davanti alla biglietteria noto un capannello di persone che ballano, così, praticamente in mezzo alla strada, con la guazza che entra nelle ossa e l’imponenza della Piramide a fare da sfondo. E che ci fanno questi qui, a quest’ora?!, mi chiedo stupita.
Poi mi guardo intorno e noto che tutte le ballerine indossano scarpe rosse, e che gli uomini portano una rosa rossa al polso. Cartelli affissi sulla cancellata tra le rose rosse appese mi offrono la spiegazione che io, distratta cronica, non riuscivo ad individuare: l’evento celebra la Giornata Mondiale contro la Violenza sulle Donne, che si volge ogni anno il 25 novembre. ‘Posto Occupato è un gesto concreto dedicato a tutte le donne vittime di violenza. Ciascuna di quelle donne, prima che un marito, un ex, un amante, uno sconosciuto decidesse di porre fine alla sua vita, occupava un posto a teatro, sul tram, a scuola, in metropolitana, nella società. Questo posto vogliamo riservarlo a loro, affinché la quotidianità non lo sommerga’, riporta il volantino. Mentre leggo qualcuno mi invita a ballare: non ho le scarpe adatte, rispondo gentilmente. Quello altrettanto gentilmente mi dice che non ha importanza, se voglio ballare. Lascio la borsa per terra e mi butto. Il freddo scompare: il ballo mi riscalda, mi commuove, mi ricorda che sono viva e in salute, amata e considerata. Mentre mi lascio condurre dallo sconosciuto, mi vengono in mente tutte quelle donne che non possono più ballare, né perdere il treno, né riscaldarsi. Tutte quelle donne che hanno trovato ad attenderle il proprio carnefice, non colui su cui forse avevano riposto le proprie speranze, la propria fiducia, il proprio amore. Nonostante tutto gli uomini non sono tutti uguali, e coloro che sono qui oggi, a sostegno di tutte noi, ne sono una piccola testimonianza. Ballerò anche per voi, ragazze, anche se non avete mai ballato il tango. La tanda finisce e butto un occhio sull’orologio: le 19.26. Ringrazio velocemente il tanguero, recupero la borsa e mi precipito al binario. Che serata, mi dico osservando la notte scivolare via, sprofondata sui sedili del treno, le piante dei piedi doloranti. Sono partita ora, comunico al mio compagno che mi aspetta a casa. Sono fortunata.”
Tango In Roma ringrazia Fatima Scialdone per aver organizzato anche quest’anno il Tango solidale dalle Scarpe Rosse, IV Edizione, che ha visto la partecipazione di molti tangueri, l’esibizione del gruppo Los Viajros de l’Abrazo e dell’arpista Sahara Singh (il tango è bello con qualsiasi strumento lo si suoni, e l’arpa non fa eccezione, anzi…), il patrocinio di ATAC, I Municipio di Roma Capitale, Ambasciata Argentina I.I.L.A e il gemellaggio delle organizzazioni a Livorno e a Lecce in Italia e in Belgio e a Los Angeles all’estero con l’evento. La cultura è uno dei veicoli più importanti e potenti delle idee e dei messaggi sociali. Purché la solidarietà non si fermi alle parole, ma si estenda ai fatti concreti.
Claudia Galati