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Tango argentino: genere musicale e di danza che nacque e si sviluppò intorno al Rio de la Plata, tra Argentina e Uruguay, alla fine del XIX secolo.
– Origini. Le sue origini sono incerte, ma si fanno risalire ai sobborghi di Buenos Aires e Montevideo, popolati dagli immigrati (porteños) europei ed africani di diverse provenienze, che apportarono elementi delle loro tradizioni musicali che confluiranno e si fonderanno nel genere Tango. Questa umanità povera e socialmente emarginata utilizzò la musica ed i passi del ballo per trovare una sorta di linguaggio comune. Secondo la tesi più accreditata, quella dei fratelli Héctor e Luis Bates (Historia del Tango, Buenos Aires, 1936), il tango ricevette in eredità la linea melodico-sentimentale e la forza emotiva dell’Habanera, la coreografia della Milonga e il ritmo del Candombe.
Il Tango, popolare tra i ceti bassi, viene rifiutato dalla “buona società”, favorendone di fatto la diffusione clandestina che trova soprattutto nei bordelli e locali malfamati l’ambiente ideale per la sua fioritura, conquistando in tal modo l’appellativo di “ballo della malavita”, come rispecchiano i testi dei primi tanghi. Solo a partire dal 1913 il ballo viene riconosciuto e adottato ufficialmente dall’Argentina, dopo che la Francia e l’Europa intera lo riconoscono come “il ballo del momento” in occasione della sua presentazione all’Esposizione Universale di Parigi accolta con entusiasmo da gran parte del pubblico, destando però scandalo e indignazione nel mondo ecclesiastico e accademico, che ne sostenevano la minaccia alla morale. Ciò nonostante, in breve tempo il tango conquista tutte le città europee e americane, ed oggi scuole, festival e locali dedicati si trovano in ogni parte del mondo.
– Etimologia. Anche la sua etimologia è dibattuta: secondo alcuni il termine Tango deriverebbe dagli schiavi neri nell’antica Montevideo che chiamavano tangòs i luoghi, generalmente chiusi al pubblico, dove celebravano festività e cerimonie al suono dei tamburi. Oltre ai luoghi, con lo stesso termine si indicavano indifferentemente i tamburi e i rituali stessi, mentre per altri avrebbe origine dalla lingua criolla, in cui gli stessi luoghi venivano chiamati tambor.
– Musica del tango. Comunemente se ne individua l’origine nel ritmo dell’Habanera, danza spagnola diffusasi a Cuba e portata dai marinai fino alle sponde del Rio della Plata, che si diffonde trasformandosi rapidamente, assumendo l’andamento caratteristico e insolito di una camminata in cui l’uomo avanza e la donna indietreggia: nasce così la milonga, il ritmo primitivo del Tango.
In origine il tango è solo musica per accompagnare la danza. Viene suonato per strada o in feste private e nei cortili e per questo gli strumenti devono essere facilmente trasportabili: il conjunto tipico è un trio di flauto, arpa e violino, oppure flauto, chitarra e violino. Successivamente il flauto viene sostituito dal bandoneòn, che impresse al tango la caratteristica cadenza struggente.
Dall’inizio del XX secolo il tango comincia a entrare nei teatri e nei caffè, e non essendo più indispensabile avere strumenti facilmente trasportabili si impone il trio bandoneón-violino-pianoforte. Con l’evoluzione del genere l’orchestrazione diviene sempre più ricca, e ciò si rispecchia nel passaggio dal trio al sexteto tipico (due bandoneónes, 2 violini, pianoforte, contrabbasso). Allo stesso tempo iniziano a dedicarsi al tango cantanti, strumentisti e direttori sempre più colti musicalmente, quasi sempre italiani.
La musica del tango ha continuato ad evolversi, sfociando dagli anni Sessanta nel Tango Nuevo (iniziato con Astor Piazzolla), e negli ultimi anni, nel Tango Elettronico, entrati a tutti gli effetti a far parte del repertorio dei migliori ballerini contemporanei.
– Ritmo del tango. Da un punto di vista strettamente tecnico, il Tango ha un tempo di 4/4 o 2/4 definito binario semplice (come l’Habanera e la Milonga da cui ha preso origine). Inizialmente era solo musica scritta in 2/4 con un ritmo assai veloce. Successivamente furono aggiunti i testi e di conseguenza il ritmo venne rallentato; la musica ora è scritta anche in 4/8 o 4/4. I passi base sono otto.
– Danza del tango. Il tango è un ballo di coppia basato sull’improvvisazione. La posizione del ballo è un abbraccio è molto stretto, frontale più o meno asimmetrico, a seconda dello stile, in cui l’uomo con la destra cinge la schiena della propria ballerina e con la sinistra le tiene la mano, creando quindi una maggiore distanza tra la spalla sinistra dell’uomo e la destra della donna.
Al contrario di altre danze, che si fondano su una figura di base da ripetere alternandola a qualche occasionale variante, accompagnate anziché essere dettate dalla musica, il Tango può definirsi un ballo privo di coreografie predefinite, in quanto si avvale unicamente di poche regole e di una combinazione di passi/sequenze predefinite introdotte a fini didattici che dettano i limiti dell’improvvisazione: l’uomo guida, la donna segue, partendo a ballare dal normale passo di una camminata (passo base, o salida basica). Le figure classiche (ocho adelante, ocho atràs, mordida, medialuna…) vengono continuamente assemblate e ricombinate senza mai ripetersi in maniera uguale.
Ogni coppia in pista segue di volta in volta direzioni diverse, anche se viene complessivamente mantenuta una lenta rotazione in senso antiorario.
I primi tangueros, piccoli gruppi di uomini, durante la settimana, dopo il lavoro, provano fra loro i passi nei cortili, come facevano anche le donne altrove, per prepararsi al ballo della domenica.
I ballerini di tango praticano differenti stili, facenti capo a grandi interpreti delle sue fasi storiche o ai quartieri di Buenos Aires o cittadine limitrofe, dove si sono contraddistinti, come ad esempio: apilado, milonguero, fantasia, salòn, show, Avellaneda, Villa Urquiza, Nuevo.
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Milonga: è uno dei tre stili che caratterizzano il genere musicale Tango, ed indica anche il luogo in cui si pratica e si balla il Tango. Il ritmo della milonga è più veloce di quello del tango, regolare e sincopato: è in 2/4, e i passi base sono sei. Ha poche figure semplici che partono da una camminata continuamente spezzata, da eseguire rapidamente data la velocità.
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Vals (criollo): è uno dei tre stili che caratterizzano il genere musicale Tango. Basato sul ritmo del Valzer viennese, quindi con un tempo in 3/4, i movimenti sono quasi gli stessi del tango (generalmente un passo sul primo tempo di ogni battuta). Viene chiamato anche vals cruzado per il continuo cambiar direzione nel movimento della coppia. Ha figure simili a quelle del tango, ma semplificate per sostenere il ritmo incalzante di tale ritmo.
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Tangueros (tangheri): coloro che ballano il tango.
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Pratica: Molti corsi la inseriscono al termine della lezione come una sorta di prosecuzione, per consentire agli allievi di continuare ad esercitarsi sulle tematiche della lezione. Spesso a seguire inizia la milonga, laddove questa viene organizzata. La pratica è comunque aperta a tutti coloro che vogliono impratichirsi nel ballo, anche agli esterni che non seguono un corso in una determinata scuola.
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Ballerino professionista: colui che balla il tango per professione, per milonghe e festival. Quasi sempre è anche un insegnante di tango (maestro).
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Stage: corsi intensivi e monotematici sugli stili del tango, dalla durata più o meno breve. Servono ad acquisire dimestichezza con un argomento specifico: una figura, una coreografia, un compositore. Possono essere di varia difficoltà, a seconda del livello di conoscenza del ballo (principianti, intermedi, avanzati).
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Lezioni: servono ad impartire i rudimenti dei tre stili del tango, seguendo il livello di preparazione degli allievi (principianti, intermedi, avanzati).
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Bandoneón: lo strumento musicale del tango per eccellenza. Inventato dal musicista tedesco Heinrich Band intorno alla metà del 1800, fa parte della famiglia degli strumenti ad ancia (tra cui rientra la fisarmonica, cui somiglia), subentrò come strumento principe del tango solo nei ’20, prendendo il posto di chitarra e flauto nel trio.
Il bandoneón nacque originariamente come strumento per la musica sacra per accompagnare i canti durante le processioni, in contrasto con il suo parente più prossimo, la concertina, strumento considerato più popolare. Gli emigranti tedeschi portarono questo strumento con sé, all’inizio del XX secolo, in Argentina, dove ebbe rapidamente un grande successo, e fu presto inserito nel contesto della musica locale.
Il mantice si comprime e si espande a seconda delle note suonate, e si suona premendo i tasti e i bottoni, questi ultimi presenti su entrambi i lati.
Il bandoneón può essere diatonico o cromatico. Molti dei bottoni di quello diatonico (o bisonoro) generano note diverse quando vengono premuti aprendo il mantice rispetto a quando sono premuti durante la chiusura. Ciò significa che ogni gruppo di tasti ha due schemi di esecuzione: uno per le note in apertura e uno per le note in chiusura. Dato che i tasti di pertinenza di una mano sono differenti da quelli dell’altra mano, si devono imparare quattro differenti posizioni dei tasti per riuscire a suonare lo strumento. Inoltre, nessuno di tali schemi presenta una sequenza scalare (successione di suoni ordinati secondo la loro altezza o secondo la loro frequenza fondamentale) di note, rendendolo uno strumento abbastanza difficoltoso da suonare, soprattutto nei passaggi scalari elaborati.
Il bandoneón cromatico invece ha una struttura interna ed esterna sostanzialmente identica al diatonico, ma la corrispondenza tra bottoni e suoni è diversa: premendo un bottone si ha la stessa nota sia aprendo il mantice che chiudendolo. La disposizione dei bottoni segue una logica cromatica (seguendo cioè le crome).
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Avenida Florida: strada (calle) centrale di Buenos Aires, dove capita di vedere gruppi di ballerini esibirsi per turisti e passanti in cambio di qualche moneta (oltre che alla Boca).
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Cortina: è un brano musicale di genere diverso da quelli del tango e che sancisce la fine della tanda. Consente lo scioglimento della coppia di ballo senza creare situazioni imbarazzanti e di tornare a sedersi, in attesa di un altro invito; permette ai singoli ballerini di attraversare la pista senza creare intralcio alle coppie danzanti; consente al musicalizador un cambio di stile musicale. Quasi sempre non è ballabile e solitamente ha una durata inferiore al minuto, ma a volte alcuni musicalizador inseriscono nel loro repertorio una o due cortine ballabili di durata molto più lunga di quelle normali (proponendo per esempio, brani di genere rock o salsa), per accontentare i ballerini presenti in milonga che non ballano esclusivamente tango.