“La mia libertà mi assolve se qualche volta la perdo, per cose della vita che non riesco a comprendere”. Nulla di più autentico se a pronunciare queste parole è un detenuto vero, prendendo a prestito il verso del tango più famoso di Astor Piazzolla, che infatti fa da sottofondo all’ultima scena della rappresentazione teatrale di Antonio Turco: “L’ultima canzone”, andata in scena al Teatro Golden il 6 maggio scorso. Scena che vede i detenuti della Compagnia Stabile Assai della Casa di Reclusione di Rebibbia (un ramo diverso rispetto a quello protagonista del film Orso d’oro a Berlino 2012 dei fratelli Taviani “Cesare deve morire”, da cui è “migrato” l’attore-detenuto Cosimo Rega cui è stata ridotta la pena) declamare a gran voce, ognuno nella propria lingua o dialetto di origine, la famosa letra di Horacio Ferrer, aggirandosi per il palco come farebbero durante l’ora d’aria. Detenuti veri che attraverso il tango parlano in un’ottica originale e insolita sì di carcere, ma anche di temi universali, e più precisamente attraverso la storia del protagonista Osvaldo Pugliese: maestro e amico di Piazzolla, incarcerato più volte perché ritenuto “pericoloso” per le sue idee moderne e anticonformiste, “la storia di un anarchico”, per dirla con l’autore, “per i temi rivoluzionari che proponeva con la sua musica”. Ed ecco quindi come un tema apparentemente distante dallo spettatore arriva ad abbracciare la totalità degli esseri umani, reclusi e non. Continua la lettura di LIBERTAngo
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DRAMMI ANTICHI E MODERNI
Il contrasto fra la tragedia antica ma moderna con il più moderno dei “classici” compositori del tango: così può essere definita l’originale operazione della compagnia Work Art Society che dal 10 al 13 maggio scorsi ha proposto la propria versione dell’Antigone di Sofocle al Teatro Tordinona “condita” con il tango di Piazzolla. Creonte, re di Tebe, non accetta che Antigone, frutto dell’incestuoso matrimonio di Edipo con Giocasta, si ribelli alle sue leggi e dia sepoltura al corpo dello sfortunato fratello Polinice, colpevole di tradimento e giudicato nemico della patria. A nulla servono i tentativi del figlio Emone, promesso sposo di Antigone, di dissuadere il re dall’infliggere il carcere alla fanciulla: Continua la lettura di DRAMMI ANTICHI E MODERNI
TANGO DENTRO LE PAROLE E LA MUSICA
Tango Adentro. Riassumere la Storia del Tango in un’ora e mezza? Si può. Lo ha fatto, con successo, l’attrice italo-argentina Sonia Belforte nel suo spettacolo “Tango Adentro”, andato in scena il 3 luglio scorso al Teatro Sala Umberto tra gli eventi in programma del III European Tango Festival. Ed è una ricostruzione ironica, basata sì sui miti del tango (Gardel, Tita Merello, Piazzolla), ma anche sui luoghi comuni sugli argentini, in una messinscena semplice animata dai due ballerini Marcelo Ballonzo e Elena Garis e un pianista, oltre che alla protagonista. Nonostante questo, ella esordisce con un “Siamo in troppi sul palco…sono stanca di ballerini di tango, non li voglio nel mio spettacolo!” Sonia è di Buenos Aires: si siede, si mette a bere il mate e si propone di descrivere la sua città sfatando lo stereotipo del tango. Continua la lettura di TANGO DENTRO LE PAROLE E LA MUSICA
GARDEL SI PUÒ BALLARE!
Carlos Gardel: un mito della storia del tango. Chi può dire di non aver mai ballato sulle note di Por una cabeza? A Roma c’è un musicista solista che ha deciso di fare concerti esclusivamente con il repertorio del famoso cantor: Stefano Petucco. Chitarrista, polistrumentista e compositore, approfondisce la conoscenza del jazz e di diversi generi musicali tra cui il tango, fondatore del gruppo Amargura, attualmente insegna alla scuola di musica MMB Studios e si esibisce in concerto nelle milonghe romane e laziali. Conosciamolo meglio. E sfatiamo il pregiudizio che Gardel non si balla!
La tua è una formazione musicale tout court: perché hai incluso anche il tango nei tuoi orizzonti?
Ho scoperto il tango più di 15 anni fa perché il mio compagno di banco del liceo era argentino. Quando è tornato in Argentina mi ha invitato ad andarlo a trovare, riempiendomi la testa con il tango! Sono andato nel 2001 e già suonecchiavo un po’ Piazzolla, poi è avvenuto l’innamoramento di Gardel e Goyeneche e ho iniziato a studiare più seriamente il tango classico e soprattutto Gardel perché per me è il massimo. L’anno scorso sono tornato in Argentina e ho fatto due concerti: uno a La Plata e un altro nel quartiere Palermo di Buenos Aires. Quindi mi sono avvicinato al tango per la conoscenza diretta di persone di lì. Continua la lettura di GARDEL SI PUÒ BALLARE!
SEXTETO MILONGUERO – il “Classico”
Una formazione giovane che ripropone classici. Così si presenta il Sexteto Milonguero, che il 4 giugno scorso ha riempito la Milonga della Stazione per il suo concerto. Nati nel 2006 con l’intento di continuare la tradizione delle grandi Orchestre del passato, questi sei bravissimi musicisti propongono un repertorio di classici rivisitati con un’impronta personale, volta per lo più ad un ritmo incalzante e coinvolgente. Il leader del gruppo, il cantante Javier Di Ciriaco, contribuisce non poco a questa impressione: altissimo e muscolosissimo, il suo fisico non smentisce la sua voce potente e melodiosa insieme, una delle migliori in circolazione. Memorabile la versione di “Reliquias Porteñas”, che conferma la fama meritata del sestetto. Non resta quindi che approfondire la conoscenza di questi ragazzi attraverso le parole di Javier, che ha risposto con molta intelligenza e schiettezza alle nostre domande. Continua la lettura di SEXTETO MILONGUERO – il “Classico”