ROMA ORQUESTA TANGO, FRA TRADIZIONE E FORMAZIONE

Roma Orchestra Tango
Roma Orchestra Tango

L’Orchestra Tango di Roma è un gruppo di 11 giovani musicisti che propone il recupero dei vari stili del tango attraverso un repertorio classico, che esegue in maniera istituzionale ed elegante. Nata ad aprile 2009, l’orchestra è anche una scuola- laboratorio di formazione sulla pratica del tango orchestrale, avvalendosi di affermati musicisti internazionali come maestri. L’orchestra ha da poco inciso il suo primo cd di tango classico “Pa’ que bailen los romanos”, parafrasando il famoso tango di Anibal Troilo, per omaggiare la nostra città. Chitarrista, cantante e direttrice

artistica del gruppo è l’argentina-romanizzata Claudia Salomone, a cui abbiamo rivolto qualche domanda per approfondire la conoscenza di questo ambizioso e inedito (nella realtà capitolina) progetto in occasione del concerto tenuto dall’orchestra alla Milonga della Stazione lo scorso 22 gennaio.

Come nasce il progetto della Orchestra Tango di Roma? Continua la lettura di ROMA ORQUESTA TANGO, FRA TRADIZIONE E FORMAZIONE

TRA GIOVANI SCOMPARSI E VOCI “DAL BASSO”

Daniel Melingo
Daniel Melingo

Marzo 2011 ha regalato agli appassionati di tango argentino due appuntamenti teatrali diversi tra loro ma ugualmente incisivi: Fango (29 marzo-3 aprile, Teatro Tordinona) e Daniel Melingo: la Voce (31 marzo, Auditorium Parco della Musica).

FANGO è una piéce che ha poco del tango ma che racconta un periodo dolente di storia argentina che tutt’oggi lascia molti interrogativi senza risposta. La scena si divide tra due protagonisti: un ragazzo (Daniele Zappalà) e una ragazza (Paola Negrin). Ognuno racconta la propria storia, così diversa dall’altra in un primo momento: lei si direbbe una malata di mente, assorta nelle sue divagazioni estranianti, lui un giovane ricco e annoiato in perenne conflitto con il padre. Tuttavia, man mano che i due racconti progrediscono si scopre il filo che accomuna i due personaggi: Continua la lettura di TRA GIOVANI SCOMPARSI E VOCI “DAL BASSO”

OFELIA ROSITO, MILONGUERA DA 60 ANNI

OFELIA ROSITO, MILONGUERA DA 60 ANNI
OFELIA ROSITO, MILONGUERA DA 60 ANNI

Una delle più famose e veterane “vecchie milonguere” di Buenos Aires si racconta ai lettori di “Tango In Roma”, che la possono vedere su Youtube in un video del 2008 girato nel Sunderland Club (gestito da sua figlia) mentre balla insieme a Carlos Rivarola per i festeggiamenti dei suoi 60 anni di milonguera.
Ofelia, quando hai cominciato a ballare il Tango?
Cominciai quando avevo 11 anni (ora ne ho 80). Il primo posto dove sono andata a ballare fu la
Confitería Sans Souci. Io sembravo più grande, avevo il corpo di una ragazza di 16 anni e allora
non mi chiedevano i documenti per entrare.
E come hai imparato?
Ho avuto la fortuna di avere un fratello maggiore che praticava con me. Mio padre, Francisco
Rosito, era bandoneonista -suonò tra le altre nell’orchestra di Padula con Juan Maglio “Pacho”- e insegnava a ballare, a cantare e a suonare il bandoneón. Invece mia madre Maria Inéz era
milonguera, ballava con i due fratelli di papà, con uno ballava tango salón e con l’altro tango orillero (milonga, canyengue). Si presentavano così nei cabaret: papà suonava nell’orchestra Continua la lettura di OFELIA ROSITO, MILONGUERA DA 60 ANNI

CHICHE ALBERTI

CHICHE ALBERTI
CHICHE ALBERTI

CHICHE ALBERTI (parte1)

NEL NUMERO PUBBLICATO IL 19 giugno 2011

Milonguero, filosofo autodidatta e uomo di mondo. Diplomato all’Università del Tango, Chiche ci incanta con storie di Tango, per lo più vissute in prima persona, in un’intervista fatta a Buenos Aires da Tango In Roma che faremo conoscere in capitoli, come dosi di una sostanza che ci fa conoscere un poco di più il ragionamento di un milonguero.
Come e quando hai iniziato a ballare il tango?

Guarda, io ero molto piccolo. Avevo 9 anni quando caddi da un autobus e le ruote mi calpestarono le gambe; a quei tempi mi piaceva molto il calcio e il medico mi disse: “no, calcio no, se vuoi vai a praticare folklore”. Ma nel mio quartiere non c’erano club in cui praticare folklore, e siccome ero nuovo e non sapevo molto il medico mi disse: “qua all’angolo c’è un club che si chiama Sin Rumbo”; in realtà al Sin Rumbo si praticava tango e non folklore. Io ero un po’ di legno, come tutti quelli che iniziano a ballare, e le ragazze mi evitavano perché volevano ballare con quelli che  ballavano meglio. Continua la lettura di CHICHE ALBERTI