Perle semi-nascoste incastonate in un gioiellino di teatro al centro di Roma. Può riassumersi così il concerto di tango andato in scena il 23 gennaio 2017 al Teatro San Genesio, in occasione della V edizione del Vitala Festival (eventi filantropici a sostegno di artisti in musica e arti visive) organizzato da Fabiana De Rose. Protagonista il trio Tango Creación – Michela Tintoni al violino, Francesca Perrotta al pianoforte e Massimo De Stephanis al contrabbasso -, accompagnato in questa quinta partecipazione al Festival dalla coppia di maestri ballerini Fabio Santarelli e Sara Poli. Continua la lettura di Tango Creación
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Memorie tanguere
Una soffitta. Delle lettere antiche. La storia di una coppia, del tango in Francia, di un tradimento. E del perdono. Questi in sintesi gli ingredienti di “Memorie di un tanguero”, lo spettacolo scritto e diretto da Fabiana Fusaro liberamente ispirato alla storia di Flora Rodriguez e Alfredo Gobbi, andato in scena in un tutto esaurito anche per la replica straordinaria del 2 marzo al Teatro della Visitazione.
La rappresentazione porta in scena in un paio d’ore l’epopea di un secolo di tango partendo dal fortuito ritrovamento del carteggio dei due ballerini da parte della pronipote Rosita. Lui uruguayano, lei cilena, conosciutisi nella stessa compagnia di danza in Argentina, insieme ad Ángel Villoldo sono tra i fautori dell’esportazione del tango argentino in Europa all’inizio del Novecento. Continua la lettura di Memorie tanguere
IL PURO TANGO DI ZOTTO
Miguel Angel Zotto in scena al Teatro Olimpico dal 4 al 16 ottobre. Il resoconto/recensione di un simile evento travalica la collocazione nella consueta rubrica degli spettacoli per accaparrarsi il posto in prima pagina. Erano anni che Zotto non si faceva vedere sui palcoscenici romani, e questo ritorno tanto atteso con due settimane di repliche non ha smentito l’amore che il pubblico prova nei confronti del ballerino più famoso del mondo.
Splendidi costumi, originali ed evocative le immagini proiettate sullo schermo con effetto cinema, una compagnia invidiabile di dieci ballerini preparatissimi e tecnicamente impeccabili, ottima selezione musicale, orchestra di cinque elementi e cantante dal vivo: questi gli ingredienti di uno spettacolo che ricostruisce la storia del tango dalle origini ad oggi in maniera curata nei minimi particolari, con una prima parte più narrativa e più riuscita della seconda. Continua la lettura di IL PURO TANGO DI ZOTTO
SEXTETO MILONGUERO – il “Classico”
Una formazione giovane che ripropone classici. Così si presenta il Sexteto Milonguero, che il 4 giugno scorso ha riempito la Milonga della Stazione per il suo concerto. Nati nel 2006 con l’intento di continuare la tradizione delle grandi Orchestre del passato, questi sei bravissimi musicisti propongono un repertorio di classici rivisitati con un’impronta personale, volta per lo più ad un ritmo incalzante e coinvolgente. Il leader del gruppo, il cantante Javier Di Ciriaco, contribuisce non poco a questa impressione: altissimo e muscolosissimo, il suo fisico non smentisce la sua voce potente e melodiosa insieme, una delle migliori in circolazione. Memorabile la versione di “Reliquias Porteñas”, che conferma la fama meritata del sestetto. Non resta quindi che approfondire la conoscenza di questi ragazzi attraverso le parole di Javier, che ha risposto con molta intelligenza e schiettezza alle nostre domande. Continua la lettura di SEXTETO MILONGUERO – il “Classico”
EL PIBE SARANDI’
Vi sarà spesso capitato di assistere ad esibizioni di tango in cui i ballerini compiono evoluzioni pirotecniche e spettacolari, con gambe che volano a destra, sinistra e fin sopra la testa. Stiamo parlando del cosiddetto tango de escenario, da spettacolo appunto. Vistoso, moderno, ma non certo il più “genuino”. Se invece vogliamo parlare di tango “originario” dobbiamo tornare a quello stile che i cosiddetti “vecchi milongueri” -ballerini che non hanno mai studiato in una scuola e hanno imparato a ballare esclusivamente in milonga, osservando la gente in pista- hanno diffuso in tutto il mondo e che continuano a praticare tutt’oggi, senza lasciarsi contaminare dalle mode.
A Buenos Aires ne abbiamo conosciuti alcuni, e anche a Roma abbiamo incontrato lo scorso ottobre uno dei rappresentanti di questa guardia vieja: Ricardo Maceiras, meglio noto come El Pibe Sarandì. Tra lezioni ed esibizioni (con la maestra italiana Cinzia Lombardi), abbiamo avuto modo di porgerli qualche domanda per approfondire la carriera e la vita di un personaggio semplice e simpatico, che sul tango ha molto da raccontare…
Partiamo dal soprannome: perché ti chiamano El Pibe Sarandì?
Questo soprannome viene dall’anno 1960. Allora avevo 18 anni, ed era molto atipico a Buenos Aires vedere una persona giovane ballare il tango -la donna più giovane in una milonga aveva 50 anni!- Quindi quando andavo in una milonga richiamava l’attenzione un ragazzo giovane in pista. La gente si chiedeva: “Chi è questo ragazzo?”, e rispondevano: “El Pibe Sarandì”. Pibe perché iniziai a ballare a 13 anni (da ragazzo), e Sarandì dal nome del quartiere dove sono nato. Da qui il mio soprannome.
Hai cominciato a ballare quando è iniziato il cosiddetto “tango muerto”: cosa ha comportato ballare il tango a quell’epoca, durante la dittatura? Continua la lettura di EL PIBE SARANDI’