“In quante lingue e dialetti è stato scritto Dante? Qui dentro spesso ignorano la letteratura, quasi sempre. Se avessimo avuto l’opportunità di studiare la letteratura italiana e Dante Alighieri, varcando il portone del carcere avremmo sentito risuonare i celebri versi: “Qui si va nella città dolente/qui si va nell’eterno dolor/qui si va tra la perduta gente”, versi che abbiamo imparato troppo tardi, quando ormai avevamo varcato la soglia. “Lasciate ogni speranza o voi che entrate.” Ma meglio tardi che mai: la vita reclusa, la riflessione sulle nostre responsabilità sono causa di un dolore che è difficile da esprimere. E noi per questo facciamo teatro: per cercare di esprimere il senso di questo dolore attraverso le parole di chi ha la fantasia, l’immaginazione, la sensibilità per farlo: i grandi poeti. Quando poi il poeta è Dante, un esiliato, un condannato, uno che ha passato metà della sua vita da latitante, bisogna ascoltarlo e riflettere. E noi per questo siamo qua.” Continua la lettura di Dalla Città Dolente