“La mia libertà mi assolve se qualche volta la perdo, per cose della vita che non riesco a comprendere”. Nulla di più autentico se a pronunciare queste parole è un detenuto vero, prendendo a prestito il verso del tango più famoso di Astor Piazzolla, che infatti fa da sottofondo all’ultima scena della rappresentazione teatrale di Antonio Turco: “L’ultima canzone”, andata in scena al Teatro Golden il 6 maggio scorso. Scena che vede i detenuti della Compagnia Stabile Assai della Casa di Reclusione di Rebibbia (un ramo diverso rispetto a quello protagonista del film Orso d’oro a Berlino 2012 dei fratelli Taviani “Cesare deve morire”, da cui è “migrato” l’attore-detenuto Cosimo Rega cui è stata ridotta la pena) declamare a gran voce, ognuno nella propria lingua o dialetto di origine, la famosa letra di Horacio Ferrer, aggirandosi per il palco come farebbero durante l’ora d’aria. Detenuti veri che attraverso il tango parlano in un’ottica originale e insolita sì di carcere, ma anche di temi universali, e più precisamente attraverso la storia del protagonista Osvaldo Pugliese: maestro e amico di Piazzolla, incarcerato più volte perché ritenuto “pericoloso” per le sue idee moderne e anticonformiste, “la storia di un anarchico”, per dirla con l’autore, “per i temi rivoluzionari che proponeva con la sua musica”. Ed ecco quindi come un tema apparentemente distante dallo spettatore arriva ad abbracciare la totalità degli esseri umani, reclusi e non. Continua la lettura di LIBERTAngo
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PARTENZE E RITORNI…
I primi due mesi del nuovo anno non potevano iniziare in maniera più felice dal punto di vista del connubio tango-teatro. Noi di Tango In Roma, come sempre presenti, recensiremo qui di seguito i due spettacoli portati in scena rispettivamente a gennaio e febbraio: “Napoli-Buenos Aires andata e ritorno” con Fatima Scialdone (23 gennaio, Teatro Golden) e “Tango de Buenos Aires” di Roberto Herrera (6 febbraio, Teatro Italia).
NAPOLI-BUENOS AIRES ANDATA E RITORNO.
Napoli, secondo dopoguerra. Madre e figlia, rimaste sole e povere, decidono di tentare la fortuna nel Nuovo Mondo, salpando così alla volta dell’Argentina (insieme a rifugiati nazisti). Portando sempre la propria città natale nel cuore, a Buenos Aires le due donne si ricostruiscono una vita: la madre vedova si risposa con un uomo ricco e in vista, mentre la figlia avvia una carriera di cantante e ballerina di tango grazie al proprio talento scoperto casualmente da Tita Merello, una celebrità locale e diva del cinema, che la accoglie sotto la propria ala e la consiglia per far decollare la sua carriera. Continua la lettura di PARTENZE E RITORNI…
JAVIER GIROTTO: TANGO, JAZZ E “ASSENZA”
Nel corso del “Meditango Festival”, giunto alla sua sesta edizione e svoltosi nella nostra città al Teatro Golden lo scorso dicembre, abbiamo avuto modo di assistere al concerto presentato da Javier Girotto. Argentino di Cordoba (ma con genitori di origine pugliese), da molti anni in Italia, jazzista, fondatore del gruppo Aires Tango, artista poliedrico e famoso in tutto il mondo, il 28 dicembre 2010 ha proposto una performance-Solo in cui ha sfoggiato tutta la propria abilità (e resistenza polmonare!) suonando più di uno strumento a fiato, alternandoli in un’ora intensa e ininterrotta di evocazioni e sensazioni suggerite dalla musica e veicolate dalle immagini videoproiettate: paesaggi argentini, situazioni, desaparecidos…In questo clima sospeso e quasi magico, per palati fini, dal suono dei suoi sassofoni è emerso un Girotto intenso, emotivo, a tratti disperato. Incuriositi e incantati, abbiamo rivolto qualche domanda al Maestro per approfondire il suo legame con il tango e i suoi prossimi impegni.
Innanzitutto, com’è andata la tua partecipazione al “Meditango Festival”? Continua la lettura di JAVIER GIROTTO: TANGO, JAZZ E “ASSENZA”