Una soffitta. Delle lettere antiche. La storia di una coppia, del tango in Francia, di un tradimento. E del perdono. Questi in sintesi gli ingredienti di “Memorie di un tanguero”, lo spettacolo scritto e diretto da Fabiana Fusaro liberamente ispirato alla storia di Flora Rodriguez e Alfredo Gobbi, andato in scena in un tutto esaurito anche per la replica straordinaria del 2 marzo al Teatro della Visitazione.
La rappresentazione porta in scena in un paio d’ore l’epopea di un secolo di tango partendo dal fortuito ritrovamento del carteggio dei due ballerini da parte della pronipote Rosita. Lui uruguayano, lei cilena, conosciutisi nella stessa compagnia di danza in Argentina, insieme ad Ángel Villoldo sono tra i fautori dell’esportazione del tango argentino in Europa all’inizio del Novecento.La ragazza, leggendo le lettere di Alfredo, ripercorre attraverso continui flashback la storia della bisnonna, rivivendo l’atmosfera e gli ambienti parigini in cui si sono mossi i suoi avi. Grazie ai “Los Gobbi” (come si fa chiamare la coppia) il tango in Francia viene ballato dagli aristocratici e il Papa ne toglie l’attributo di ballo peccaminoso. Ma proprio all’apice del successo, Alfredo (interpretato da Adriano Mauriello) rovina tutto: tradisce Flora (interpretata da Fabiana Fusaro) con una cabarettista parigina (interpretata da Laura Grandi), lei fuggirà in Italia rinunciando per sempre al tango, lui torna a Buenos Aires e i due non si rivedranno mai più, salvo il riappacificamento di Flora con il Tango (impersonificato da Claudio Jurman) e con il marito dopo la morte, in una suggestiva scena finale.
Insieme a Rosita il pubblico ritrova gli autori più importanti della storia del tango: Gardel, D’Arienzo, Di Sarli, Pugliese, Piazzolla, che si presentano in “prima persona” tramite la voce fuori campo dell’attore professionista Giorgio Carosi, accompagnati in sottofondo da un proprio brano rappresentativo eseguito dal vivo dal Trio Omega Tango e dai ballerini che sullo sfondo mostrano la differenza nello stile di ballo dei compositori citati.
Fino ad arrivare ai giorni nostri, nelle milonghe romane, dove le “contaminazioni” nel ballo e nell’abbigliamento la fanno da padrone, ma costituiscono pur sempre un proseguimento del Tango.
Spettacolo originale, spigliato e divertente, integra perfettamente le varie componenti: ballo, recitazione, musica dal vivo, videoproiezioni. Magnifici i costumi d’epoca dei primi del ‘900, messinscena semplice ma evocativa grazie all’effetto-nebbia e ai filmati e foto d’epoca, folta la presenza sul palco grazie alla partecipazione di Mariano Navone e di alcuni allievi della scuola Artetoiles di Fabiana Fusaro e della scuola Starlette di Claudia Fusillo. Gustosa la parodia delle milonghe odierne: una sfilata di personaggi tragicomici sempre sull’orlo del fuori luogo, eccessivi ma non per questo meno realistici. In una parola: uno show completo.
Claudia Galati