Quale miglior modo di iniziare il 2013 se non con una stella nascente? Giovane, fresca e talentuosa: Annalisa Marra è la nuova voce del tango romano. La cantante ha mosso i suoi primi passi nel mondo del tango canción da pochi mesi, accompagnata dall’ormai noto chitarrista Stefano Petucco con cui ha formato il gruppo “Las palabras”. Il loro repertorio spazia dai più famosi brani di tango tradizionale a quello moderno, da Gardel e Varela fino a Piazzolla. Propongono anche brani di musica italiana (spaziando da Mina a Nino Rota) riadattati a ritmo di tango, vals e milonga. Ed è proprio quest’ultima operazione l’elemento di originalità del duo: rendere assolutamente ballabili benché insoliti anche brani italiani non di tango. Voce cristallina, pulita, potente ed emozionante, il battesimo tanguero di Annalisa, avvenuto nelle milonghe popolari, non ha lasciato indifferenti. Folgorante in questo senso il primo brano proposto alla Milonga popolare 100celle a ottobre 2012: la colonna sonora del cartone animato Lupin arrangiata a vals. Per sapere qualcosa di più su questa artista emergente vi proponiamo la seguente intervista, convinti che a breve il nome di Annalisa si imporrà sulla scena romana di tango, diventandone una protagonista indiscussa.
Parlaci di te, delle tue esperienze artistico-professionali e di quando hai iniziato a cantare…
La musica per me è stata un’attrazione fin da piccola. Ho iniziato a studiare tecnica vocale a 16 anni con un’insegnante privata che mi ha trasmesso l’amore per le arti in generale. Negli anni, frequentando lezioni, corsi e accademie di danza, teatro e canto, ho curato l’interpretazione, ho acquisito un controllo vocale, una preparazione pop, jazz approcciando anche alla lirica. A 23 anni mi sono dedicata alla composizione di brani di musica leggera imparando ad accompagnarmi alla chitarra. Mi sono esibita con soddisfazione in pubblico in diversi locali di Roma, in occasione di Concorsi in veste di interprete o autrice ed in alcune piazze d’Italia. Il contatto con gli spettatori è stato ed è sempre un momento emozionante, uno scambio equo di dare e avere e un’occasione di crescita e arricchimento.
Come sei arrivata al tango, e come hai conosciuto Stefano?
Alle sonorità tanguere approdo dapprima da ballerina: una mia cara amica mi propose di iscriverci ad un corso di tango, e la cosa buffa è che lei abbandonò ed io mi appassionai. La musica per me era coinvolgente, da subito mi sono interessata a conoscere alcuni brani di tango che mi attiravano per i loro testi e la melodia e per piacere personale mi piaceva imparare e cantarli senza però, in un primo momento, pensare di concretizzare la cosa. Quello con Stefano io lo considero un incontro fortunato avvenuto al momento giusto in cui era maturata in me la voglia di cantare tango per me stessa, il mio chitarrista e gli altri.
Tu balli il tango?
Lo ballo con grande piacere e mi ha così coinvolta e un po’ travolta che da giugno 2012 organizzo, insieme ad una mia amica e collega, le milonghe Xlarte per creare uno spazio nostro ideale dove noi per prime siamo felici di trascorrere le serate.
La differenza tra cantare il tango e gli altri generi musicali; è più difficile cantare e interpretare tango? Se sì, perché?
Come per tutti i generi, per me si tratta di una ricerca personale che parte dalla conoscenza e la pratica del portamento vocale per arrivare alla personalizzazione e al proprio sentire tango, ricerca che non si conclude mai e che si affina continuamente secondo il proprio gusto. La difficoltà interpretativa è cantare, ma più che cantare è esprimere sentimenti forti in una lingua non propria, nel mio caso sto imparando ora lo spagnolo e mi sono fatta molto aiutare nella pronuncia da Stefano e da tangueri argentini.
Ti sei ispirata a qualche cantante specifica?
Non saprei dirne una/o nello specifico, ho ascoltato con attenzione, preso e spero fatto mio, quello che più mi piaceva da vari cantanti, sia uomini che donne.
Come nasce la collaborazione con Stefano (duo Sin Palabras) e l’idea degli arrangiamenti “tangueri” della musica leggera italiana?
Con Stefano abbiamo iniziato con la voglia di realizzare un Duo in qualche modo inedito, quindi anche se per il momento non abbiamo mai scritto tango, abbiamo spaziato tra tanghi, vals e milonghe tradizionali, e per ricordare le nostre origini ed offrire un nostro contributo, brani italiani che si prestavano ad essere rivisitati a tango.
Quali sono le reazioni del pubblico quando proponete un repertorio così insolito?
Devo dire che siamo stati sempre ben accolti e questo ci ha uniti e ci fa credere ancora di più in questo progetto.
Prossimi progetti e concerti.
Abbiamo intenzione di preparare nuovi brani ben selezionati e che rispettino e definiscano sempre più il nostro stile, aggiungendo ad ogni esibizione un pizzico di novità e sorpresa. Abbiamo iniziato nelle milonghe e abbiamo fissato nuove date anche presso locali, teatri e nuovi spazi dove proporre il nostro tango.
Claudia Galati