Era il 7 ottobre 2011 quando li abbiamo visti esibirsi per la prima volta; l’occasione era l’inaugurazione della milonga Tango Negro. Ad un certo punto sono apparsi due “giganti”: Antonello Casalini e Paola Resurreccion, che dall’alto dei loro trampoli hanno iniziato a ballare uno, due tanghi. Pura tecnica e pura poesia. Siamo rimasti tutti sorpresi e incantati, constatando che non esistesse nulla di simile nel panorama italiano (non solo tanguero), tanto che appena pochi mesi dopo questi due artisti hanno vinto il MArteAward Sezione Circo, nell’ambito dell’evento organizzato da MArteLive per premiare gli artisti che in tutta Italia si sono distinti per aver favorito e promosso nuove produzioni culturali. Il nome d’arte di questo duo sui generis è Tango Zancos, nome che include entrambe le peculiarità di questa forma d’arte: tango e trampoli (zancos in spagnolo). Abbiamo quindi intervistato Antonello e Paola per approfondire il loro progetto.Quando e come avete ideato questa forma d’arte? Nasce prima l’abilità di camminare sui trampoli o la capacità di ballare il tango? Da quanto tempo sapete fare l’una e l’altra cosa?
Siamo trampolieri da più di 15 anni e sui trampoli danziamo, ci trasformiamo, quasi voliamo, contagiamo il pubblico con la nostra passione di diventare esseri alti tre metri… e quando sei un essere vivente alto tre metri anche i tuoi sogni si fanno più grandi…
La nostra collaborazione inizia nel maggio 2003 all’interno di una compagnia di teatro di strada e nuovo circo. Quando ci siamo accorti che anche il tango era una profonda passione che ci accomunava (Paola da studentessa e frequentatrice assidua di milonghe, Antonello insegnante di tango argentino e organizzatore di milonghe ed eventi a tema) è stato naturale immaginarci danzare il tango sui trampoli. Fatta qualche prova già eravamo entusiasti e lo stesso valeva per chi assisteva alle nostre performance, così abbiamo deciso di dedicarci seriamente a questo progetto: TangoZancos (zancos è il nome spagnolo dei trampoli).
L’equilibrio conta tanto nel tango quanto nei trampoli, ed è sicuramente un punto di contatto tra le due arti…A parte questo, cos’altro hanno in comune?
P.: I tacchi alti? A parte gli scherzi, penso che danzare sui trampoli sia principalmente un parlare poetico del corpo, un corpo trasformato, amplificato, una magia, e provo nel danzare tango altrettanta poesia, suggestione, evocazione di paesaggi invisibili…
A.: In entrambe le tecniche è essenziale l’ascolto attivo dell’altro, il sapersi osservare da fuori, la percezione esatta e sensibile del proprio corpo.
Nel 2011 avete vinto il MArteAward, il premio che MArte Live assegna annualmente agli artisti emergenti in tutta Italia nella Sezione Circo. Come nasce questa esperienza?
La partecipazione al MarteAward 2011 è stata una scommessa, uno stimolo che ci siamo dati per spronarci a confezionare uno spettacolo intorno ad una storia, un’occasione per mostrarci all’opera in una vetrina che negli anni si è ritagliata uno spazio importante nella scena romana. Nella sezione Circo concorrono artisti e giocolieri di circo contemporaneo di ottimo livello, ed è stato un piacere ed un onore arrivare al primo premio con una disciplina insolita.
Siete nati come artisti di strada? Cosa ne pensate delle recenti delibere sull’arte di strada?
Il teatro di strada è stato parte del nostro percorso artistico ed è sempre uno spazio ideale per collaudare nuovi progetti, per allenarsi di fronte ad un pubblico, per comunicare e condividere passione e idee.
La recente modifica del regolamento della città di Roma rappresenta una drastica riduzione della libertà di espressione e di possibilità di lavoro per moltissimi artisti, segna un ulteriore arretramento della nostra città dagli standard europei e mondiali … Senza amplificazioni, strumenti a fiato e percussioni, con restrizioni riguardo orari e spazi, diritto di prenotazione controllato da registrazioni che escluderanno certamente qualsiasi irregolare, la libertà di definire o meno artista di strada assegnata ai vigili urbani, o la libertà del residente di mandar via chiunque, multe salatissime e sequestro di strumenti, ecc. come potranno lavorare ancora? Mentre la possibilità di bar e ristoranti di occupare marciapiedi con tavolini e allestimenti sarà ulteriormente deregolamentata… Questo non fa che rendere il centro storico ancora più commerciale e anonimo. Al momento gli artisti di strada si stanno riunendo in assemblea permanente presso il Valle occupato e si stanno organizzando per dar voce al loro dissenso, reclamare i loro diritti e proporre altre soluzioni: il progetto si chiama STRADA LIBERA TUTTI, mentre notizie aggiornate sull’argomento si trovano sul sito cooras.org
Qual è l’aspetto principale che vi proponete di trasmettere attraverso la vostra espressione artistica?
Il tango è una passione che ha già contagiato da oltre un decennio persone di ogni fascia di età e censo, cultura e nazionalità in Italia, come in Europa e fuori, e a questo bacino di aficionados proponiamo una versione insolita e vertiginosa di questa danza.
Quello che ci ha conquistato del tango e che con i nostri spettacoli vogliamo condividere e trasmettere al pubblico è l’ebbrezza e l’emozione di una danza che è sempre improvvisazione, l’uomo che accompagna al posto di guida, la donna intuisce, propone e adorna, la metamorfosi della coppia donna/uomo in un essere dotato di quattro gambe e quattro braccia e un solo cuore che segue la musica (musica raffinata e variegata che nei nostri spettacoli proponiamo dopo approfondite ricerche e selezioni), la sottigliezza e raffinatezza che può raggiungere il linguaggio del corpo. “Nessuna danza popolare raggiunge lo stesso livello di comunicazione tra i corpi: emozione, energia, respirazione, abbraccio, palpitazione. Un circolo virtuoso che consente poi l’improvvisazione” (Miguel Angel Zotto)
Com’è stata l’accoglienza in milonga?
Stupore, apprezzamento, emozione, curiosità, desiderio di partecipare alla novità proponendo suggerimenti di passi e costumi.
Secondo voi il tango ha bisogno di trovare anche altre forme di espressione per diffondersi ulteriormente ed evolvere, per diventare in qualche modo “proprio” del luogo dove si balla, per diventare più “popolare”?
Secondo me il tango non ha bisogno di nulla, la sua particolarità e bellezza conquista chiunque sia aperto al piacere della danza, al piacere dell’ascolto di musiche emozionanti e trascinanti. La contaminazione di forme differenti di espressione è semplicemente un modus espressivo contemporaneo
Prossimi progetti? Pensate anche di insegnare a ballare il tango sui trampoli?
I progetti sono già tantissimi, come rifinire lo spettacolo attuale in versioni di diversa durata, realizzarne uno per il teatro che si chiama “AFINIDAD” e un’altro di teatro-danza per la piazza che si intitola: “Mescla, una historia de tango” che abbiamo proposto ad un concorso della FNAS (Federazione nazionale degli artisti di strada).
E… certamente! Se qualcuno è interessato ad imparare siamo insegnanti esperti sia di tango che di trampoli ed è parte del nostro progetto allargare il cast; i nostri contatti, mentre lavoriamo al sito web ufficiale, al momento si trovano su: myspace.com/tangozancos
Claudia Galati