Siamo abituati a pensare al tango come a un ballo notturno. Corsi e milonghe infatti si svolgono in orari serali, nelle ore tardo-pomeridiane in taluni casi. C’è chi invece a Buenos Aires ha fatto dell’insegnamento diurno, “del mezzogiorno e del matinée” per esattezza, una marca distintiva esclusiva e originale: i precursori Diego Alvaro e Zoraida Fontclara. La coppia (anche nella vita) di maestri e ballerini, fondatori dell’organizzazione El Abrazo Tango Club e creatori della milonga del mediodia presso la Confitería Ideal, una delle milonghe più famose della Capital Federal, in attesa di tornare a Roma tra qualche mese si racconta nella nostra intervista senza tralasciare le origini di quella che è la loro pioneristica e singolare avventura, grazie alla quale si è venuto a creare un nuovo spazio per l’insegnamento e il ballo nell’orario atipico del mezzogiorno e la matinée, oggi esistono classi e milonghe pomeridiane e la Confitería Ideal viene considerata un referente fondamentale per il tango cittadino e per i turisti. Ringraziamo i nostri collaboratori G. M G. per l’aiuto nella traduzione.Come è nata l’idea di creare una milonga a mezzogiorno e l’insegnamento del tango matinèe? E come siete giunti alla Confitería Ideal?
Zoraida cominciò a dare lezioni a mezzogiorno nel 1994 nel Teatro de la Campana, girando l’angolo della Confitería Ideal. Ciò avvenne a partire da un’idea di amici attori che stavano lavorando in uno spettacolo di teatro in cui Zoraida aveva inserito un momento di ballo. L’idea era: “Perché non a mezzogiorno?”, e così fu. La prima pubblicità diceva: “Haga dieta, Almuerce Tango” ossia “Faccia dieta, pranzi Tango”. Così iniziò tutto. Un giorno che mancava la luce apparve un ragazzo svizzero che domandò per la lezione e Zoraida gli fece la lezione con candele e senza suono. La lezione doveva essere stata molto buona perché lo Svizzero, che era maestro a Zurigo, la invitò a dare lezioni e ovviamente io mi sono aggregato, e questo fu il nostro primo viaggio insieme. Quanto tornammo il teatro stava in restauro; così Zoraida cercando un nuovo posto per lavorare giunse alla Confitería Ideal, e il 5 aprile 1995 ci fu la prima lezione. Cominciò così quello che poi divenne un gran successo. La prima milonga matinée fu per salutare l’anno nel dicembre 1995, e fu un successo! Da lì venne l’idea di fare una milonga matinée ogni venerdì. L’inaugurazione avvenne l’8 marzo 1996, Festa Internazionale della Donna, e l’8 marzo 2012 si compiranno 16 anni ininterrotti di questa invenzione, che aprì uno spazio nuovo per poter ballare. Oggi, grazie a questa “invenzione”, ci sono molte milonghe matinée a Buenos Aires. Senza volerlo, abbiamo creato un nuovo mercato: tango durante il giorno!
Chi sono i frequentatori di una milonga del mezzogiorno? Avete avuto subito successo?
I frequentatori sono di diverso genere, ma essendo nel pomeriggio non ci sono molti giovani. Ci sono sempre numerosi stranieri e molti argentini che non lavorano più, altri che sono professionisti, avvocati, psicologi, commercialisti ecc, che si lasciano questo spazio libero per poter ballare, e non mancano quelli/e che vengono di nascosto, senza dir nulla a casa. Fu tutto molto rapido, ebbe rapidamente molto successo, e in ogni festa d’anniversario sono passati di lì grandi orchestre e famosi ballerini.
Diego, tu sei italiano. Parlaci un po’ di dove sei e della venuta della tua famiglia in Argentina.
Sono nato in Calabria, a Marina di Gioiosa Ionica, però mi hanno portato in Argentina quando avevo 22 mesi, e in effetti ho il passaporto italiano ma mi sento molto argentino. Il problema è quando giocano a calcio Italia e Argentina, lì mi è molto difficile la scelta, pertanto un pareggio mi lascia molto contento!!!
Diego, dopo un iniziale rifiuto del tango, come ti sei riavvicinato ad esso facendone la tua attività principale?
Iniziai a prendere lezioni nel 1988, poi smisi e me ne andai a vivere in Italia. Mio padre era morto pochi anni prima e mia madre era tornata in Italia a vedere la sua famiglia, così approfittai e mi misi in viaggio per conoscere i miei familiari e il luogo della mia nascita. Quando tornai in Argentina nel 1993, con Zoraida, che conoscevo dall’87, decidemmo di passare dal ruolo di amici a coppia. Lei era già molto ben conosciuta nell’ambiente del tango, aveva già viaggiato dando lezioni in Europa e USA. Cosicché mi misi nelle sue mani e lei iniziò a darmi lezioni. Io pensavo che non servivo per il Tango, così lei stessa mi raccomandò ad un vecchio milonguero che mi portò avanti. Tanto Alcibíades Videla quanto Juan Bruno mi aiutarono ad uscire da questa paura che avevo, che suppongo aveva molto a che vedere con la mia storia familiare di cantanti e ballerini che erano molto esigenti. Non so, ne dovrei parlare con il mio terapeuta, ha…ha..ha… Zoraida, tu hai ballato con molti vecchi milongueri.
Cosa hai imparato da loro?
È una bella domanda e molto difficile da rispondere… perché il tango tocca punti essenziali ed è molto difficile metterli in parole. Mi sento molto fortunata ad aver potuto apprendere da loro, ad aver potuto sentire la loro esperienza, quello che loro hanno vissuto nell’epoca d’oro del tango. Avevano valori, codici di rispetto che si sentivano nella loro maniera di ballare e di fare l’abbraccio del tango. Ascoltare i loro aneddoti, le storie che mi raccontavano trasmettevano molto di quello che furono le creazioni del tango. Era una fonte a cui loro continuavano ad attingere e mi proponevano di andare lì da loro per nutrire il mio ballo. È un’informazione che io trasmetto ai miei alunni/e affinché l’essenza del tango continui ad alimentare le nuove creazioni, che per essere nuove non si allontanino dagli elementi primordiali che fanno sì che il tango sia un linguaggio di comunicazione e rispetto per se stessi e per gli altri.
Zoraida, quanto è importante la conoscenza del corpo per ballare il tango? Tu sei esperta in tecniche di terapia corporale…
È molto importante conoscere il proprio corpo e saperlo dirigere. Una buona postura, controllo nelle dinamiche, percezione e direzione nelle differenti qualità espressive del movimento, potendo trasmettere in questa maniera ciò che ci esprime la musica. Sempre a partire dal proprio ruolo, seguendo o guidando, imprimendo una caratteristica personale al ballo. Tutto questo è tecnica e coscienza corporea, per poter esprimere il ballerino/a che abbiamo dentro.
Diego, la tua esperienza nella recitazione ha influenzato il tuo modo di ballare e di insegnare? Come e quanto?
Sì, aver insegnato teatro per più di 5 anni, in Argentina e anche in USA, per gente di lingua latina e in Bolivia all’interno di una tournée latinoamericana che feci con un gruppo di teatro, mi ha dato la possibilità di saper trasmettere, di sapere come arrivare all’alunno. Non dobbiamo dimenticare che colui che arriva da noi a fare lezioni è come un bambino, pertanto dobbiamo prendercene cura amorosamente senza imposizioni, lasciando che lavori con il suo tempo. E nel mio modo di ballare, sapere che la cosa più importante è la mia compagna, e non ciò che sta fuori, così come sul palco quando stiamo recitando.
Diego, cosa hai fatto a Roma e da quanto tempo lavori in Italia? Parlaci del gruppo Tango Protesta.
Roma è stata un’esperienza bellissima! Conosco da molti anni una coppia, Massimo e Laura, che oltre ad essere miei amici sono due persone squisite. Durante questo viaggio ho saputo che Laura è psicologa, che dà lezioni di Focusing, Comunicazione Empatica, Voice dialogue, Costellazioni Familiari nell’Istituto di Focusing di New York e abbiamo avuto l’idea di lavorare con il tango e le terapie alternative come il Focusing. Inoltre ho conosciuto un maestro di Yoga che mi ha invitato a dare una classe aperta per gli alunni. E’ stata un’esperienza fantastica quella di lavorare con gente che non si è avvicinata al tango per moda o per il desiderio di ballarlo. Se tutto procede come pensiamo, nel mio prossimo viaggio faremo un lavoro simile però più lungo, come uno stage. Lavoro in Italia da 10 anni, vi viaggio ogni anno una o due volte, e nella mia tournée europea includo anche altri paesi come Inghilterra, Germania, Austria, ecc. Inoltre lavoro in paesi come USA, Australia e Nuova Zelanda. Di Tango Protesta posso dire poco, perché è da tempo che non lavoro più con loro, non so neanche se continuano a lavorare insieme. Siamo molto amici ma fu solo una tappa.
Quando avete programmato di tornare a Roma?
A fine marzo starò a Londra per 45 giorni; da lì andrò a San Pietroburgo, credo in Liberia e ovviamente in Italia.
Claudia Galati