Hanno girato poco l’Europa; tuttavia Romina Levín e Claudio Villagra sono una delle coppie di ballerini di tango più conosciute e preparate del mondo. Del resto, i loro curricula parlano da soli: Romina ha studiato con maestri del calibro di Osvaldo Zotto, Lorena Ermocida, Carlos Rivarola e Mingo Pugliese; Claudio con Juan Carlos Copes, Virulazo, Pepito Avellaneda, Gloria e Eduardo, solo per citarne alcuni. Inoltre, Romina è stata per anni al fianco di Miguel Angel Zotto nella sua compagnia Tango x2, Claudio ha lavorato con le orchestre di Osvaldo Pugliese, El Arranque e Sexteto Mayor, ed entrambi hanno anche fatto parte delle compagnie Tango Seducción e Forever Tango…
I due Maestri sono venuti a tenere lezioni e ad esibirsi proprio a Roma il 2 e 3 aprile scorso alla Milonga della Stazione, che ha curato l’evento in collaborazione con Casa de Tango. Rapidi, precisi: in una parola, perfetti.
Questa è la coppia che il pubblico romano si è trovato davanti durante l’esibizione, che ha offerto saggio della particolarità dei due maestri (oltre ai vestiti mozzafiato di Romina): la loro versatilità, la loro abilità nell’interpretare ogni stile di tango e ognuno in maniera impeccabile. Tango In Roma ha cercato di far conoscere meglio ai propri lettori questi due straordinari ballerini.
Ringraziamo Walter Venturini per l’aiuto nella traduzione.
Quando avete iniziato a ballare il tango?Romina: Sono professoressa universitaria di danza classica, e ho iniziato a ballare il tango 10 anni fa per caso, perché una mia insegnante mi aveva detto che c’era un’audizione per una compagnia di tango e folklore. All’inizio ho pensato che tango e folklore fossero cose da vecchi, poi però il tango mi ha preso, mi sono appassionata. E pensare che avevo iniziato solo per non dire di no alla mia maestra!
Claudio: Ho iniziato a ballare all’età di 5 anni con mio nonno che era un gran milonguero, che mi portava nelle milonghe e mi metteva al tavolo a bere la mia cola! Poi ho continuato studiando in una scuola di danza, finché mi hanno chiamato nella compagnia di Copes: avevo 30 anni.
Da quanto tempo ballate insieme?
C.: Da 6 anni. Abbiamo ballato insieme per 8 mesi, poi per motivi personali ci siamo divisi, perché Romina è andata a ballare con Zotto e io con Guillermina Quiroga. Poi ci siamo rincontrati dopo 3 anni, e adesso sono quasi 4 anni che balliamo insieme.
Avete avuto dei grandi insegnanti…
R.: Non vengo dalla scuola specifica di un solo maestro, ho studiato con diversi maestri: innanzitutto con Miguel Angel Zotto, che è stato il mio compagno di ballo per anni, poi con Rivarola, Osvaldo Zotto, Lorena Ermocida, Alejandra Mantiñan, e per ultimo in ordine di tempo il mio attuale compagno Claudio Villagra, un gran maestro che mi ha insegnato molto e sento che mi ha realizzato come artista.
C.: Ho studiato per primo con mio nonno dai 5 anni in poi, poi con Virulazo, Aurelio Juan, che è ancora mio maestro a 80 anni, poi con grandi maestri come: Antonio Todaro, Osvaldo Zotto, Raul Bravo, Gloria y Eduardo, Pepito Avellaneda, Juan Carlos Copes…Sono stato loro allievo, però poi loro stessi mi chiamavano per entrare nelle loro compagnie per fare spettacoli, come collega.
Claudio, molti dei maestri che hai avuto quindi sono “vecchi milongueri”, ossia hanno imparato a ballare solo osservando la pista: cosa hai appreso da loro?
Da loro ho appreso l’essenza, l’esperienza, la sincerità nel dire le cose. Ma la cosa più importante che mi hanno insegnato è essere me stesso, avere una mia personalità.
Romina, la tua formazione invece è più tecnica, classica…
Sì, dato che sono insegnante di danza classica e contemporanea. Ma è proprio questo l’aspetto migliore della nostra coppia: la fusione tra di noi, il fatto che siamo complementari, che ci compensiamo. Claudio dà più la “terra”, io l’altra parte.
Come si diventa così bravi e così famosi?
In altri termini, quale pensate sia il segreto del vostro successo?
R.: Grazie per i complimenti! L’importante è essere autentici, essere sinceri con se stessi, e NON copiare (vedi la lezione dei “vecchi milongueri”, n.d.r.). Oggi con Youtube c’è la tendenza a copiare quello che fanno gli altri. Anche noi ovviamente guardiamo quello che fanno gli altri, ma cerchiamo di sviluppare quello che facciamo noi, quello che siamo noi.
C.: Forse il successo deriva dal fatto che cerchiamo sempre di fare proposte nuove, di proporre altro anche rispetto a quello che facciamo noi. Qualcosa che manifesta quello che noi siamo veramente, è un’espressione di quello che siamo noi. Cerchiamo sempre di essere unici e irripetibili. Nella coppia spesso manca la comprensione, non c’è molta tolleranza. Noi cerchiamo di proporre la comprensione della coppia, quando facciamo una performance cerchiamo di dimostrare a uomini e donne il loro ruolo più specifico. Puntiamo molto sul fatto che nella coppia ci debbano essere dei ruoli importanti: l’uomo deve essere uomo e la donna deve essere donna.
R.: La cosa che mi ha colpito profondamente di Claudio è che mi ha insegnato ad essere autentica e a cercare l’autenticità tra di noi. Mi diverte molto ballare, ed è quello che cerchiamo di mostrare sia ballando al piso sia una milonga…Quello che ha fatto Claudio è anche fare in modo che le nostre espressioni possano essere il più variegate possibile, e come abbiamo dimostrato oggi noi possiamo ballare qualsiasi stile: tango salón, escenario, milonga…
C.: Ho avuto molte compagne di ballo famose, tra cui Guillermina Quiroga, Silvia Toscano, Mora Godoy, ma non ho mai avuto una compagna così versatile come Romina. Ci sono molte ballerine brave nel loro campo, però secondo me Romina è la più brava di tutte per la sua forma di ballare, perché è versatile, perché sa fare tutto. Con lei mi sento come Michelangelo: un artista che crea la migliore opera del mondo.
Cosa ne pensate dei milongueri italiani?
R.: Si dice, e l’abbiamo verificato oggi, che l’Italia è effettivamente il secondo paese al mondo con il migliore livello di tango.
C.: Puntano sulla comprensione delle cose nuove, si vede che amano il tango come gli argentini.
A questo proposito, quali sono secondo voi i punti di contatto tra italiani e argentini nel modo di ballare il tango?
R.: In comune hanno l’abbraccio, che non è freddo, specie per quanto riguarda la mano, che è una delle parti più importanti del ballo, un punto di contatto importantissimo.
C.: Si assomigliano per la passione nel ballo. Capiscono di che si tratta, che si balla con il cuore. A molti piace il tango come danza, come arte, ma in
fondo non capiscono di che si tratta, cosa che invece fanno gli italiani.
Progetti futuri?
R.: Abbiamo proposto di creare una nostra compagnia. Ora lavoriamo molto negli Stati Uniti, e stiamo lavorando anche per una delle più importanti Cases de tango di Buenos Aires. Questa era la prima volta che venivamo insieme in una milonga italiana: attualmente stiamo cercando di entrare nel mondo europeo, perché qui siamo poco conosciuti.
Claudia Galati