LOS ALONSO Y EL TANGO SALON

Los Alonso
Los Alonso

I nostri corrispondenti hanno intervistato per voi una coppia di ballerini molto conosciuta a Buenos Aires: Alfredo e Silvia Alonso, familiarmente chiamati “Los Alonso”. Milongueri di vecchia data, ospiti fissi del Caffè Tortoni dove si esibiscono, giudici del Campionato Mondiale di tango: in poche parole, i signori indiscussi di uno stile elegante di Tango Salón. Andiamo a conoscerli meglio.
Quando avete iniziato a ballare il tango (singolarmente ed in coppia)?
Abbiamo iniziato quasi nello stesso anno, dato che io sono nato nel ‘45 e Silvia nel ‘48.
Negli anni ‘62-’63 alternavamo folklore, tango e milonga con il Rock, lei a Lanus (quartiere del sud del gran Buenos Aires, n.d.r.) e io a Villa del Parque (quartiere di Buenos Aires, n.d.r.). Ci siamo conosciuti nell’anno ‘69 e sposati nel 1971, e continuammo a ballare fino all’anno ‘90 quando ci siamo decisi a studiare. Andammo in varie accademie, e dopo alcuni anni abbiamo cominciato ad insegnare (’93).
Da 14 anni balliamo nella “Bodega del caffè Tortoni”, e da tre anni siamo parte integrante dello spettacolo “Sintonías y Tramatango”
grazie alla convocazione della notevole persona e ballerina Milena Plebs.
Quali sono le peculiarità del Tango elegante de Salón? Differenze con il resto.
Il Tango de Salón si balla ben abbracciati in contatto con la donna senza lasciarla, però senza togliere libertà ai movimenti e cercando di non molestare le altre coppie, e si balla senza smettere di fare tutte le figure che realmente sorgono nell’improvvisazione; il tutto sempre insieme alla musica. La coppia balla come se fosse sola, balla per sè. Invece gli altri stili non mantengono l’abbraccio o fanno uso di figure molto elaborate
con ganchos o boleas altas, come se ballassero per una platea.
Vi si vede “milongare” nel Sunderland ed esibirvi nel Tortoni: quanto cambia la vostra forma di ballare?
Sul palco per rispetto nei confronti di un pubblico che consideriamo sempre molto esigente balliamo offrendo loro tutto il meglio
del nostro ballo. Inoltre sul palco c’è bisogno di adeguare l’esibizione ad un fronte determinato. Logicamente per lavorare come artista c’è
una quantità di dettagli da compiere. Non si tratta solo di ballare: per stare su un palco ci vuole un’attitudine (presentarsi con sicurezza), esperienza, essere convinto che il risultato sarà raggiunto al 100%. Ballare senza coreografia richiede di utilizzare la spontaneità: quello che facciamo in una pista è ciò che dobbiamo fare nello spettacolo; richiede una concentrazione preliminare molto profonda.
Conoscere il tema e praticarlo con una sequenza di figure dal primo compás fino al chan chan finale, possibilità che sicuramente cambiano in ogni esibizione. A ciò possiamo aggiungere i contrattempi propri del ballare: improvvisare fa sì che la predisposizione a risolvere nel cammino sia una costante.
Alfredo Alonso giudice del Campionato Mondiale di Tango Salón: di cosa tiene conto un giudice per dare un voto?
A mio parere gli aspetti da considerare sono:
POSTURA. Corpi ben allineati con una buona postura, vestiti con buon gusto in relazione ai colori e alla moda.
ABBRACCIO. Le braccia devono trovarsi in modo tale che le mani stiano approssimativamente all’altezza delle spalle, facendo sì che le mani non tappino il volto, che la donna appoggi la sua mano sinistra delicatamente appena sulla spalla dell’uomo; quest’ultimo la prende con il suo braccio destro per la schiena appena sotto la scapola destra.
ATTITUDINE. Una volta che si sono abbracciati per prendere posizione, sia l’uomo che la donna devono stare come se i corpi già stessero ballando e la musica già li avesse “inondati”.
MUSICALITÀ. Seguire il compás dei diversi brani e orchestre, circolando senza perdere i tempi musicali.

ORIGINALITÀ. Creazione delle sequenze di figure.
MOVIMENTO NELLO SPAZIO. Camminare con cadenza ed eleganza senza rompere l’abbraccio.
G.M.G.

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