La nostra avventura inizia con un incontro.
A Buenos Aires - e dove se non in una milonga - io e il mio compagno ci imbattiamo in Tito Palumbo, direttore della più importante rivista di tango argentina: "Buenos Aires Tango". Il giornalista, preso dalla rituale visita alle milonghe della "Capital Federal", proprio quella sera incontrò per la prima volta i "Los Guardiola". Da allora, dopo aver assistito al loro spettacolo, fra i tre è nata un'intensa amicizia fondata sulla stima e sul rispetto reciproco, e a noialtri l'idea di esportare in Italia l'esempio inedito e vincente della rivista.
Ed eccoci qui, alla nostra e vostra prima uscita.
D'accordo, direte, la passione per il tango e l'esempio del giornale argentino, seppur illustre, da soli non giustificano la creazione di una rivista sul tango. Né pretendiamo di emulare B.A. Tango o di copiarlo fedelmente: il nostro Tangoin sarà completamente calato nel nostro contesto, quello delle milonghe romane. Il nostro scopo principale infatti è quello di creare uno strumento a disposizione degli appassionati di tango: uno strumento rivolto a tutti, non solo e non semplicemente alla comunità tanguera, ma al ballerino professionista come al singolo di passaggio, chiunque speriamo possa trovare nella nostra rivista spunti per accostarsi e appassionarsi al tango argentino.